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Agnelli, lezione di stile al Napoli e a De Laurentiis: Pechino dice niente?

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Agnelli, lezione di stile al Napoli e a De Laurentiis: nel 2012 i partenopei disertarono la premiazione a Pechino

Tantissimo da imparare dalla finale di Coppa Italia persa ai calci di rigore contro il Napoli. Ma una cosa, una sola, la Juventus si è permessa di insegnarla ai propri avversari. Andrea Agnelli, da vinto, ha partecipato attivamente alla premiazione dei vincitori, decorando personalmente i giocatori partenopei. Un gesto bello e nobile in un momento in cui l’Italia del calcio ha bisogno di aggrapparsi prima di tutto a questo tipo di messaggi.

Un messaggio che diventa lezione da apprendere per Aurelio De Laurentiis. Il presidente partenopeo dopo il cerimoniale rivendica l’idea cavalleresca: «Io e Agnelli avevamo stabilito di consegnare le medaglie anche alla Juventus (…). Già prima avevo chiamato Andrea e gli avevo detto: “Qualunque cosa accada premiamo le due squadre insieme”». Intuizione che francamente stride con la buffa ammissione: «Io avrei dovuto farlo a quelli della Juve, ma mi sono distratto e se le sono autoconsegnati». Momenti di palpitante gioia, può anche essere una giustificazione valida.

Quest’ultima ADL non provò nemmeno a trovarla 8 anni fa, a Pechino. A parti invertite il Napoli, su diktat del proprio patron, fece che disertare la premiazione della Supercoppa vinta dalla Juventus per 4-2 dopo i tempi supplementari, in protesta contro alcune decisioni arbitrali. Una caduta di stile antitetica all’esempio dato dal numero uno del club bianconero. Nella serata nefasta dell’Olimpico, la Juventus che fatica a trovare se stessa, può almeno riconoscersi in qualcosa che non le è mai mancata: lo stile.

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