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Analisi tattica Juve Inter: il dominio di De Ligt e Demiral

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Analisi tattica Juve Inter: la partita dello Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Andrea Pirlo e Antonio Conte

Bentancur soffre nei disimpegni

Per manomettere il pressing interista, Pirlo ha studiato una soluzione molto “guardiolista” in Juve-Inter. Danilo e Alex Sandro, i terzini, giocavano molto dentro al campo, con Bernardeschi e Cuadrado larghi che davano ampiezza. Il palleggio non è però andato bene come ci si aspettava: anche se un po’ discontinua, l’Inter in determinate fasi del match ha infatti applicato una pressing alto che ha messo in seria difficoltà i bianconeri, che faticavano a risalire palla a terra.

Bentancur in particolare ha patito molto l’assenza di Arthur: senza il brasiliano, era l’uruguagio che si doveva prendere tante responsabilità in fase di impostazione. L’ex Boca è però inaffidabile quando gioca sotto pressione, e anche stasera ha perso tantissimi palloni sanguinosi che hanno generato ripartenze corte molto pericolose. Il possesso è stato così spesso improduttivo, anche quando la Juve arrivava nella trequarti avversaria mancavano idee su come attaccare e creare pericoli.

Senza una prima punta, l’area era spesso vuota: nei primi 45′, la Juve è mancata abbastanza negli ultimi metri. In generale, per tutta la gara, è stato un problema resistere al pressing interista, con tanti lanci nel vuoto e brutti palloni persi.

Sofferenze in campo aperto

Nonostante ciò, alla fine è stato Handanovic il portiere che ha fatto più interventi. Se nel primo tempo l’Inter è riuscita a creare diverse situazioni pericolose, nella ripresa i nerazzurri sono parsi a corto di idee. Hanno tenuto tanto palla, ma non hanno avuto grosse opportunità.

Nella prima frazione, la Juve si faceva invece infilare con troppa facilità in campo aperto, soprattutto sul proprio lato sinistro. Bernardeschi perdeva tanti palloni nella trequarti rivale, con l’Inter che poteva attaccare su quella fascia. Sandro ha sofferto molto le progressioni di Hakimi, così come De Ligt in avvio di gara non è riuscito a contenere Lukaku nel migliore dei modi. Il belga arrivava sempre in anticipo sulla palla, giocando di sponda per un Hakimi che a destra era un treno in costante sovrapposizione.

Demiral è un muro

Nel secondo tempo, la Juve – un po’ per scelta, un po’ costretta dal pressing nerazzurro – si è abbassata, difendendosi più di posizione. Ciò ha consentito di coprire meglio il campo, con una prestazione di grande solidità in cui sono tanti i giocatori ad avere brillato. La Juventus, più corta, ha tagliato meglio i rifornimenti per Lukaku, che anche quando riceveva era circondato da maglie avversarie.

Come suo solito quando affronta difese schierate, l’Inter ha provato a rifinire soprattutto per corsie esterne: ben 24 cross contro gli appena 7 del primo tempo. La Juve proteggeva bene il centro (soprattutto grazie a un Rabiot molto preciso), di conseguenza i nerazzurri altro non potevano fare che allargare il gioco. I bianconeri sono riusciti a proteggere bene il centro dell’area, con Demiral che è stato un vero e proprio muro.

I dati sopra esprimono nel migliore dei modi il partitone del difensore turco, che si è distinto in particolare per diversi tiri ribattuti (5) che hanno sbrogliato situazioni pericolose.

Insomma, anche in gare poco brillanti e “spumeggianti”, la Juve ha recuperato la solidità che l’ha sempre contraddistinta. I bianconeri sono più squadra rispetto alla formazione fragile di inizio stagione, e lo hanno dimostrato anche contro un’Inter che non è riuscita a sfondare. Dopo il successo contro la Roma, il bunker juventino ha centrato l’ennesimo clean sheet.

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