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Aumento capitale Juve a rischio? Le banche in dubbio e il peso di Elkann

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Aumento capitale Juve a rischio? Le banche in dubbio e il peso di Elkann. Ecco qual è la situazione legata all’iniezione da 400 milioni

Il Corriere della Sera prova a far chiarezza sulla recessione ipotizzata ieri dell’aumento di capitale Juve in seguito alle indagini in corso. Secondo la società bianconera, a termini di contratto, non è un «mutamento negativo rilevante» che consenta il recesso. Ma il rischio c’è. In parole povere, potrebbero sfilarsi Goldman Sachs, Jp Morgan, Mediobanca e Unicredit che si sono impegnate a sottoscrivere le azioni della Juventus eventualmente invendute (i Garanti, appunto).

Resta naturalmente la sicurezza di Exor che “copre” la sua quota del 64%. Se però arrivassero solo 255 dei 400 milioni non ci sarebbero risorse sufficienti per sostenere il Piano di sviluppo al 2024 e dunque «la capacità del gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale». I rischi, insomma, al momento appaiono più legati alle conseguenze delle indagini penali che non alla contingente, eventuale, carenza di risorse finanziarie. Exor non è certo una holding senza mezzi: la Juve potrebbe avere meno “benzina”, nuovi manager ma di sicuro non rischia di rimanere in panne. E comunque il prezzo in Borsa rende ancora appetibile l’aumento. Poi è davvero difficile immaginare le quattro banche chiudere il paracadute a John Elkann che è a capo di un gruppo da 30 miliardi di euro con un utile nel primo semestre 2021 di 838 milioni.

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