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Bremer Juve, spunta il retroscena dopo Verona: ecco perchè Tudor ha deciso di non schierarlo titolare al Bentegodi. Il motivo
Bremer Juve, nessuna decisione tecnica: la gestione del brasiliano è programmata per ammortizzare gli sforzi dopo il grave infortunio al crociato
La sua assenza dall’undici titolare contro l’Hellas Verona aveva sorpreso molti, ma dietro la panchina di Gleison Bremer non c’è nessuna decisione tecnica. Al contrario, come spiegato dal Corriere dello Sport, si tratta del primo, concreto passo di un piano di gestione attento e programmato, studiato da Igor Tudor e dal suo staff per preservare un giocatore fondamentale per gli equilibri della Juve. Una strategia che ha radici lontane, legate al grave infortunio che ha condizionato la passata stagione del difensore.
Bremer Juve: la gestione post-crociato
Per comprendere appieno la decisione di Tudor, bisogna riavvolgere il nastro a ottobre 2024, quando Bremer subì la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Un infortunio gravissimo che lo tenne lontano dai campi per quasi tutta la stagione. Il suo rientro a pieno regime all’inizio di questa annata è stato accolto con enorme gioia, ma la cautela è d’obbligo. L’obiettivo primario del tecnico e dello staff medico è quello di fargli ammortizzare gli sforzi, gestendo i carichi di lavoro per evitare qualsiasi tipo di ricaduta o problema muscolare.
Da qui nasce la panchina di Verona. Dopo avergli chiesto un grande sforzo iniziale, schierandolo titolare per quattro partite consecutive e ad altissima intensità tra campionato e Champions League, Tudor ha deciso che era arrivato il momento di concedergli un turno di riposo programmato. Una scelta saggia, finalizzata a proteggere il giocatore più importante del pacchetto arretrato.
Questa strategia sarà probabilmente una costante per tutta la stagione. Igor Tudor vuole gestire il suo leader con intelligenza, alternando i cicli di partite a momenti di riposo per garantirne la tenuta fisica sul lungo periodo. La panchina di Bremer non è dunque un segnale di allarme, ma la prova di una programmazione attenta e lungimirante, pensata per avere il miglior difensore della rosa al 100% nei momenti che contano davvero, senza correre rischi inutili.
