Caressa bacchetta la Juve: «La società deve ancora crescere»
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Caressa “bacchetta” la Juve: «La società deve ancora crescere sotto questi punti di vista. In questi giorni c’è stato un segnale inequivocabile»

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Caressa critica la gestione Juve: per il giornalista, le fughe di notizie sull’esonero di Tudor sono un segnale di inesperienza

Una crisi che non è solo di campo, ma anche di struttura. L’esonero di Igor Tudor e l’imminente arrivo di Luciano Spalletti sono solo la punta dell’iceberg di una Juventus che, secondo il giornalista Fabio Caressa, deve ancora crescere molto, soprattutto a livello dirigenziale. Intervenuto negli studi di Sky Calcio Club, l’opinionista ha analizzato il momento bianconero, sottolineando un dettaglio che, a suo dire, la dice lunga sulla nuova era del club.

Caressa: una società che deve ancora crescere

Secondo l’analisi di Caressa, al di là delle colpe dell’allenatore o dei giocatori, la Juventus di oggi è una «società nuova», che deve ancora imparare a gestire i meccanismi e le pressioni di un top club. La prova, per il giornalista, è nel modo in cui è stata gestita la comunicazione attorno all’addio di Igor TudorLe tante voci, i retroscena e le indiscrezioni uscite nei giorni precedenti e successivi all’esonero sono, per Caressa, un segnale di inesperienza.

L’AFFONDO DI CARESSA – «Secondo me la Juve deve crescere anche come società, che è nuova. Sull’esonero di Tudor sono uscite alcune cose che qualche anno fa non sarebbero successe. O se fossero successe non sarebbero sicuramente uscite».

Il riferimento è chiaro e taglienteCaressa paragona la gestione attuale a quella del passato, quella della triade Moggi-Giraudo-Bettega o quella, più recente, di Marotta e Agnelli«Qualche anno fa», in una Juventus abituata a un controllo ferreo della comunicazione, certe dinamiche interne, certi “dietro le quinte” (come le presunte frizioni tra Tudor e lo spogliatoio, o le voci sui candidati alla successione) non sarebbero mai trapelate con questa facilità. «O se fossero successe non sarebbero sicuramente uscite», chiosa il giornalista, sottolineando come la forza della Juve sia sempre stata anche quella di lavare i panni sporchi in casa.

L’analisi di Caressa è dunque un monito alla nuova dirigenza, guidata da Damien Comolli e supervisionata da John ElkannLa fuga di notizie è vista come un sintomo di fragilità, di una struttura che non ha ancora quell’impermeabilità e quel controllo totale che hanno sempre caratterizzato il club bianconeroUna “società nuova”, appunto, che deve ancora imparare a gestire i momenti di crisi non solo sul campo, ma anche a livello mediatico.

L’arrivo di Luciano Spalletti, un tecnico di grande personalità ma anche mediaticamente “ingombrante”, sarà un altro banco di prova fondamentale. La Juventus è chiamata a crescere in fretta, non solo in classifica, ma anche nella sua struttura dirigenziale, per ritrovare quella solidità (anche comunicativa) che è sempre stata il suo marchio di fabbrica. La strada, secondo Caressa, è ancora lunga.

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