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Caso Bucci, l’ex ultrà Juve morto suicida: «Infiltrato dei servizi segreti»

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Si riapre il caso Bucci, ex ultrà e collaboratore della Juve, in seguito alle indagini sul bagarinaggio e la ‘ndrangheta

Raffaello “Ciccio” Bucci morì il luglio scorso, dopo la caduta fatale dal viadotto di Fossano, in provincia di Cuneo. Da suicidio misterioso, ora la storia si allarga fino a raggiungere i contorni dello spionaggio e del bagarinaggio. Bucci era un ultrà della Juve, ma poi dallo stadio era sparito in seguito a contrasti con i leader storici dei Drughi. Dal quadro emerge che in seguito i servizi segreti lo avevano ingaggiato proprio per il suo ruolo di collegamento fra tifosi e società. A riferirlo ai pm un dipendente dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio. L’agente segreto in questione è stato sentito dagli inquirenti nell’ambito dell’indagine “Alto Piemonte” sul rapporto fra bagarinaggio e ‘ndrangheta nella vendita dei biglietti dello Juventus Stadium.

INFILTRATO – «Con Bucci avevo un rapporto senza intermediari per informazioni relative all’infiltrazione di frange eversive e di estrema destra nelle curve» si legge nella deposizione dell’agente. Lo stesso Bucci era stato sentito dalla Procura il 6 luglio, qualche giorno prima del tragico incidente. Il 7 luglio, il giorno della sua morte, ci fu poi un improvviso black-out nel servizio di intercettazioni telefoniche della Procura di Torino.

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