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Trezeguet: «Cinque cambi? Piccolo o grande vantaggio per la Juve»

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David Trezeguet, ex grande attaccante della Juventus e Brand Ambassador bianconero, ha parlato di alcuni temi caldi

David Trezeguet, ex grande attaccante della Juventus e Brand Ambassodor della società bianconera, ha parlato di alcuni temi caldi di queste settimane, con uno sguardo al passato. Ecco le sue dichiarazioni a Sky Sport.

5 CAMBI «Io credo sicuramente che la Juve ha una rosa molto ampia e quella dei cinque cambi la vedo un’idea divertente, con la possibilità per il mister di dare un’idea chiara a tutto il gruppo. Io la vedo un’opportunità per tutti di dare di più, sia dal lato emotivo che fisico. Non so se sarà un vantaggio piccolo o grande per la Juve. Ha dei giocatori di un livello unico, con capacità di incidere».

ATTACCANTI – «I grandi attaccanti in Italia devono segnare. Nei miei 10 anni alla Juve mi chiedevano solo questo: segnare, diventare protagonista e finire il lavoro degli altri. Io ho avuto la fortuna di conoscere una Serie A fantastica, con difensori di livello starordinario, con grandi marcatori. La volontà di vincere sempre è il vantaggio che ha il campionato italiano rispetto agli altri».

ALLENAMENTI – «Quando sono arrivato dal Monaco, la prima cosa che mi ha fatto restare perplesso è stato vedere Del Piero, Zidane, fermarsi dopo ogni allenemento per voler migliorare. L’ho imparato da loro e dopo ogni allenamento mi fermavo per migliorare. E in allenamento lavoravo molto sulle finte in area per smarcarmi, conoscere bene i compagni e i suoi cross».

CARATTERISTICHE «Io mi sono sempre considerato su un giocatore lento con le gambe e quindi ho lavorato sulla velocità di pensiero. Io ero uno che lavorava tanto, guardando i video dei miei difensori avversari. Poi mi facevo consigliare da Iuliano, Montero, Ferrara che mi spiegavano dove i difensori potevano sbagliare. I miei compagni sono stati importanti per la mia crescita».

RIGORE 2006 «Nel 1998 ai Mondiali di Francia, contro l’Italia a 19 anni mi sono preso la responsabilità. Tornando al 2006 non volevo che i miei compagni più giovani si trovassero nella mia situazione. Buffon? Io credo che ogni rigore ha la sua storia. A parte l’errore, Gigi è andato da una parte ed il pallone dall’altra. Per me quel Mondiale non fu molto divertente, fu un’esperienza importante. Il 2006 è stato l’anno in cui la Juve è retrocessa in Serie B, per me è stata un’esperienza molto dura andare in un campionato diverso da quello in cui ero arrivato, ma mi ha fatto crescere molto rendendomi più cattivo e migliorandomi».

DIFENSORE PIU’ CATTIVO «Costacurta-Maldini una coppia interessante. Io sono cresciuto in quella dinamica in cui i difensori alla prima palla ti facevano subito capire che aria tirasse. Però la coppia più cattiva era quella formata da Couto e Mihajlovic. La palla non era il primo obiettivo».

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