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Di Palma (ex preparatore Buffon): «Gigi mi ha chiamato. Ecco cosa farà» – ESCLUSIVA

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Vincenzo Di Palma, ex preparatore di Gianluigi Buffon, in esclusiva su Juventus News 24

«Come tutti sono a casa che leggo, mi aggiorno e scrivo» raconta in esclusiva su JuventusNews24 Vincenzo Di Palma, di professione preparatore dei portieri, attualmente alla direzione del settore tecnico del centro giovanile di Coverciano. A lungo collaboratore di Prandelli, con la Fiorentina prima e in Nazionale poi, ha legato la parte iniziale della sua carriera al Parma. Qui ha avuto l’enorme merito di essere promotore e artefice dell’esordio in Serie A di Gigi Buffon. Personaggio a cui, inevitabilmente, è ancora molto legato.

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«Questo fermo non gli dà molte possibilità, bisogna vedere se si ripartirà in questa stagione o meno. Gli auguro di riuscire a prendersi questo record perché se lo merita. E poi perché io e lui abbiamo un rapporto speciale…».

Anche perché Vincenzo Di Palma è stato l’artefice dell’esordio di Gigi Buffon nella suddetta Serie A
«Sì, erano i tempi di Parma. Ci fu l’infortunio di Bucci e il dodicesimo all’epoca era Nista. Solo che c’era questo giovane che all’epoca si allenava con noi e poi giocava nel weekend con la Primavera. Mister Scala mi chiamò dicendo che serviva un nuovo portiere e di andare a parlarne col presidente Pedraneschi in Parmalat. Quando arrivai mi disse che voleva prendere uno tra Ballotta e Mondini. Io gli risposi: “Cavaliere, con noi lavora un ragazzo interessantissimo, l’ho visto giocare e potete fidarvi”. Mi presi quella responsabilità e andò bene. Il mio merito fu quello di portarlo in prima squadra, ma su di lui era già stato fatto un ottimo lavoro in Primavera. Ci fu qualche tensione con Nista all’epoca, ma in seguito anche lui mi ha detto che avevo avuto ragione».

Cosa lo distingueva da tutti gli altri?
«Il ragazzo era sveglio e aveva qualcosa un più, si vedeva. Che cosa? Doti morali, mentali per lo più. Riusciva ad anticipare l’avversario a livello cognitivo, prevedendone la giocata. Tecnicamente e fisicamente non era il più bravo in assoluto».

E caratterialmente?
«Aveva questo carattere un po’ bonario. Ogni qual volta veniva in prima squadra Scala mi diceva di metterlo apposto. Era sempre allegro. Anche Cesare Maldini mi disse la stessa cosa quando ci furono le Olimpiadi di Atlanta».

Il suo futuro è ancora alla Juve?
«L’ho sentito un mese fa e mi ha ricordato una frase che gli avevo detto io: “Finché sei motivato e in buone condizioni allora continua, se no lascia stare”. Lui è un grande professionista che si sa curare. Io lì lo vedo ancora ancora bene e penso continuerà alla Juventus».

Gli pesa fare il secondo di Szczesny secondo lei?
«Non è facile, senz’altro, ma lui è molto intelligente. Szczesny tra l’altro è migliorato molto negli ultimi anni. Solitamente i portieri che arrivano in Serie A dall’estero sono sprovvisti di tecnica e patiscono la pressione che è diversa. Lui ha lavorato molto».

Donnarumma è davvero il suo erede?
«Io ho avuto l’onore e il piacere di allenarlo durante uno stage giovanile della Nazionale di Prandelli. C’erano lui, Audero e Meret. Il più tecnico era Audero, ma Gigio ha una grande motivazione, tipica dei ragazzi del sud. L’ho allenato solo per una settimana e quindi mi viene complicato fare un paragone con Buffon. Quello che posso dire è che è difficile superare Gigi».

Come sarà allenarsi dopo questo lungo periodo di stop?
«Per il portiere alla fine è come per gli altri. La tecnica non si dimentica, l’aspetto fisico e aerobico andrà recuperato man mano. Ma gli stimoli ci saranno dopo due mesi di stop. Sarà importante mantenere la giusta distanza. Non credo sia un problema insormontabile, anche lavorando con il pallone».

Si ringrazia Vincenzo Di Palma per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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