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I DIALOGOBBI – Carlo Pastore: «Da gennaio sarà un altro campionato»

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Carlo Pastore, in esclusiva per Juventusnews24, ha commentato l’andamento della squadra bianconera: le parole

É stato un weekend intenso con Juventus-Inter e la bella vittoria che ci permette di scavalcare i nostri avversari storici in classifica. Per I Dialogobbi ho scelto Carlo Pastore. Wikipedia lo definisce «un direttore artistico e conduttore radiofonico italiano». In realtà ha una pluralità di esperienze che somiglia all’albo d’oro della Juve: è infinito. Deve essere per questo che la Juventus – per l’appunto – e Carlo Pastore si sono incontrati in questi giorni al C2C Festival. Ovvero quattro giorni di musica, performance e conversazioni, con location principali le magnifiche OGR e il Lingotto in una veste inedita. Quando raccontano che Torino è grigia, vecchio luogo comune, si dimenticano che Torino è coloratissima perché è bianconera.

Paolo: «Ciao Carlo. Per prima cosa parto dalle emozioni. Per te è stato un lungo weekend molto bianconero. Vorrei che me le raccontassi e se in qualche maniera la tua attività pre-partita ti aveva reso ottimista circa l’esito di Juve-Inter. Perché poi nel calcio e nel tifo si vive di sensazioni e io – nel mio piccolo – ero ottimista. Forse perché col Psg ero tornato allo stadio dopo tanto e basta assorbire un po’ di umori sani per allontanare un po’ di brutti pensieri…».

Carlo: «Anzitutto oggi – dopo molte amarezze – è una buona giornata per noi juventini. Il secondo tempo di ieri sera non ha scacciato i demoni, ma ha perlomeno reso chiaro che giocando con convinzione e qualità si può provare a ribaltare il corso di questa stagione. Questo lungo weekend torinese e juventino è stato contrassegnato dalle diverse attività che abbiamo realizzato per C2C, festival musicale al suo ventennale. Chiacchierando con gli uomini del team comunicazione mi è stato chiaro che gran parte del problema abbia anche a che fare con la nuvolaccia che sembra seguirci negli ultimi tempi, e che un po’ alimentiamo con le nostre paranoie. Calma è la parola chiave. Ieri sera mentre entravamo allo stadio con la dj del pre-match Romy ho percepito confidenza, una qualità che da casa si vede meno. Lo stadio era reattivo e presente. Ho pensato: se fosse così sempre, non passerebbero mai».

Paolo: «Devo dirti che a me è piaciuta proprio la gestione della gara. Mi è venuto in mente l’ultimo Juve-Inter dove la nostra ferocia aveva prodotto poco, pur giocando molto più offensivi del solito. Ieri invece mi è sembrata una Juve che non voleva dimostrare nulla e perciò capace poi di uscire fuori nella ripresa,. Azzardo: ci ha fatto bene misurare la nostra inferiorità col Psg. Ci ha tolto quella superficialità che finora ci aveva caratterizzato. Che ne pensi?».

Carlo: «Il primo tempo poteva chiudersi in svantaggio. L’Inter ha avuto le occasioni più nitide. Quando Dumfries non ha segnato ho pensato che potesse essere una buona serata per cambiare l’inerzia. La Juve è rientrata in campo tosta e compatta. Il segnale lo davano quei momenti in cui la squadra sopperiva agli errori tecnici (il disimpegno di Rabiot che ha aperto un contropiede, o alcune disattenzioni di Miretti). Francamente mi fa stringere lo stomaco pensare che liberarsi dalla “zavorra” Champions League possa essere stato un motore propositivo, credo piuttosto che non ne avevamo abbastanza per farcela e che ora possiamo giocare più concentrati e liberi sul campionato. Altra nota positiva: negli ultimi venti minuti sono entrati Chiesa e Di Maria. Da gennaio sarà un altro campionato».

Paolo: «A proposito di un altro campionato. Certamente lo è per Fagioli. Mi piace moltissimo per come si smarca. Ha un senso del gioco confortante. Io sono contro l’atteggiamento protezionistico dei giovani. Tu mi insegni che nella musica il talento esplode presto e non ci si stupisce. Credo che sia ora di avere aspettative alte verso chi ha 21 anni. Anche perché il contraltare è poi esaltarli anche quando fanno pochissimo…».

Carlo: «Sono d’accordo. Fagioli ha un senso del calcio evidente. Ieri non gli ho visto sbagliare neanche un passaggio, ma sopratutto gli ho visto inventare due o tre situazioni con grande naturalezza. La sensazione è che la palla nei suoi piedi sia non solo in cassaforte ma anche – permettimi – investita bene. Il mio unico cruccio è fisico. Su ritmi alti e aggressivi – su livelli da Premier ecco – temo possa soffrire».

Paolo: «Ultima cosa: qual è il sogno che hai per questa stagione? Credo di essere minoritario: vincere l’Europa League».

Carlo: «Parli con uno che trasalì quando nel 2014 uscimmo in semifinale, si disse, per fare “il record di punti”. L’Europa League è una manifestazione che deve permetterci di imparare a vincere in Europa. Il Chelsea la vinse nel 2019 e due anni dopo trionfò in UCL. Non scherziamo. Umiltà, qualità e fiuto per la vittoria».

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