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Emre Can si prende la Juve: contro l’Atletico prestazione da top player

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Contro l’Atletico Madrid Emre Can ha fornito la sua migliore prestazione da quando veste la maglia della Juve

12 marzo, ore 21. L’arbitro Kuipers dà il via al ritorno degli ottavi di finale di Champions League fra Juventus e Atletico Madrid. Pochi secondi e la mossa tattica studiata dallo staff tecnico bianconero si palesa: Emre Can compone il terzetto di difesa assieme a Bonucci e Chiellini abbassandosi sul lato destro del campo. Non una novità in termini assoluti per il tedesco, già testato più volte in quella parte di campo ai tempi di Liverpool, ma sicuramente un nuovo modo di utilizzarne le doti difensive e di palleggio da quando la Juventus l’ha accolto.

Emre Can: dall’ambientamento ai problemi fisici

Un giocatore giovane ma con esperienze formanti a livello internazionale, duttile, fisicamente dominante e tecnicamente educato. Questo il profilo di Emre Can, strappato a parametro zero a Klopp e il suo Liverpool in estate dopo un proficuo e tallonante corteggiamento di Paratici e Marotta durato mesi. Non semplice l’atterraggio sul globo bianconero per via di delicati problemi fisici che ne hanno condizionato l’ambientamento e rallentato il percorso di inserimento all’interno degli schemi di Allegri. Una stazza fisica imponente che necessita di tempo per trovare la forma giusta. Quel tempo che la prestazione sontuosa di ieri pare esser giunto, proprio nel momento più importante della stagione.

La partita totale di Emre Can

L’incredibile intelligenza tattica di cui dispone Emre Can ha permesso ad Allegri e il suo staff di trovare le contromisure giuste per pensare e poi realizzare la rimonta sull’Atletico Madrid di Simeone. L’ex Liverpool ha abbassato il suo raggio d’azione partendo dalla linea difensiva e fornendo un apporto decisivo nelle due fasi di gioco. In quella di possesso infatti le sue doti tecniche hanno permesso ai bianconeri di avere un’ulteriore fonte di gioco dalle qualità indiscutibili: sia sul lungo, cambi di gioco per gli esterni, sia sul corto, verticalizzazioni alla ricerca di centrocampisti o punte. In quella di contenimento invece è stato preciso negli anticipi e roccioso nei corpo a corpo con Morata. Tempestivo anche nelle aggressioni coordinate di reparto atte a limitare le scorribande dei colchoneros. Una partita totale e pressoché perfetta del venticinquenne tedesco che, piano piano, si è preso la Juve e non ha alcuna intenzione di lasciarla.

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