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Esonero Tudor, dalla ricerca di alibi alla confusione tattica: così è stata presa la decisione dalla Juve. E sull’intervento decisivo di Elkann…

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Esonero Tudor, dalla continua ricerca di alibi alla confusione tattica: tutti i dettagli sulla scelta del club

Una notte di riflessione, poi la decisione inevitabile. L’avventura di Igor Tudor sulla panchina della Juventus si è chiusa ufficialmente questa mattina, poche ore dopo l’ottava partita consecutiva senza vittorie. Il tecnico croato paga un avvio di stagione disastroso, culminato in una “confusione tattica e di ruoli sempre più evidente”. Ma dietro l’esonero, come riportato da La Gazzetta dello Sport, non ci sono solo i risultati, ma anche una serie di atteggiamenti che hanno fatto precipitare la sua posizione agli occhi della società: la continua ricerca di alibi.

Una questione di “stile Juve”, scrive il quotidiano. La dirigenza non ha gradito le continue lamentele del tecnico, che ha più volte puntato il dito contro fattori esterni per giustificare la crisi. Verona come Como, come Madrid: arbitri nel mirino, calendari sotto accusa, troppe gare difficili una dopo l’altra. Un modo di comunicare che non è mai piaciuto alla Continassa, da sempre abituata a risolvere i problemi al proprio interno.

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Esonero Tudor: la squadra “non così” unita e il fantasma di Thiago Motta

Oltre alla ricerca di alibi, a Tudor viene imputata anche una gestione non ottimale del gruppo. Un dito puntato, in campo e fuori, sui giocatori: l’ultimo è stato Andrea Cambiaso dopo la disfatta di Como, ma in generale il tecnico non ha mai usato “quell’arte della diplomazia” necessaria per compattare un ambiente in difficoltà. Questo, secondo la ricostruzione, ha logorato il rapporto con lo spogliatoio. La squadra? “A parole tutta dalla parte del tecnico, nei fatti non così”.

Sullo sfondo, si è materializzato il “fantasma” del suo predecessore, Thiago Motta. Sei mesi dopo, la situazione è apparsa identica: “Troppa confusione tattica significa zero identità”. Lo stesso problema che aveva portato all’esonero dell’italo-brasiliano.

La Vecchia Signora ha visto precipitare i risultati (una striscia negativa che non si vedeva dai tempi di Maifredi), e il risveglio dalla notte romana ha messo d’accordo tutta la dirigenza, con l’intervento decisivo di John Elkann. Aspettare ancora avrebbe significato “allontanarsi dalla parte nobile della classifica senza cancellare il problema”. Per questo si è arrivati alla svolta e alla fine dei sei mesi, poco più, a firma Tudor. La squadra è stata affidata al traghettatore Massimo Brambilla, mentre la società è già al lavoro per il futuro: Luciano Spalletti e Raffaele Palladino sono i nomi in pole.

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