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Juve Empoli: 4 gol, 4 motivi per sorridere

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Juve Empoli: 4 gol, 4 motivi per sorridere. Il punto in casa bianconera dopo la vittoria di ieri all’Allianz Stadium

Non credo che fossero molti i tifosi iper-ottimisti per Juventus-Empoli, esattamente in linea con quanti sono convinti che la stagione della Juve sia già compromessa. Ho letto un po’ ovunque tanti significati riduttivi sulla vittoria del derby, tra chi sosteneva le assenze in attacco degli avversari e la loro incapacità di pungere a chi poneva l’accento più sull’anonima mezz’ora iniziale invece che sull’andamento progressivamente in crescita dei 90 minuti. Anche per questo, per questa coltre di diffidenza che circonda la squadra e che è ampiamente giustificata da questa prima parte di stagione – ma non dal successo sul Toro, meritatissimo – è importante avere spazzato via qualche nube. Per evitare le tempeste possibili che potranno arrivare da un altro passaggio a vuoto a Lisbona. O anche solo dall’accorgersi al termine dell’undicesima giornata che i distacchi (dal 4° posto e dal 1° che dovremmo tutti guardare per statuto) sono ancora così ampi che siamo condannati a camminare sul filo per lungo tempo. Ce lo siamo voluto e ci tocca. Ma intanto, sottolineare 4 motivi per sorridere è un esercizio utile. Indotto dai 4 gol, dai quali partire per cercare il significato di un buon venerdì sera.

1) Il primo merito è una prassi. Roma, Spezia, Fiorentina ed Empoli. Quattro gare sbloccate in fretta (per limitarci al campionato) che invece del filotto ci hanno portato “solo” 8 punti invece di 12. Un buon approccio è un’ottima base di partenza, se non lo si spreca. Se poi si concretizza sull’asse Kostic-Kean dice che possediamo un produttore seriale di cross e un attaccante di complemento sulla quale a furia d’insistere Allegri sta facendo un buon lavoro di recupero. Che ci serve e ci potrà servire.

2) Locatelli ovunque. Mentre un po’ tutti si dibatte su Paredes, si scopre che in tutte le 4 gare casalinghe vinte – con un parziale di 12-0 – il regista lo fa Manuel. Che con l’Empoli ha fatto ciò che il gioco strutturalmente pigro e basso di Allegri obbliga a fare: interdire, interdire e interdire. L’esserci riuscito riproponendosi anche in avanti è un’ottima notizia, anche se sappiamo bene che ai nostri centrocampisti non crediamo mai troppo perché la volta dopo poi ci tradiscono.

3) I gol dei centrocampisti. I due gol da corner e la doppietta di Rabiot sembrano quasi esaudire ciò che il mister non da oggi aveva chiesto come conditio sine qua non per un’identità più salda della Juve: i gol dei centrocampisti. Se arrivano da palle inattive o a giochi fatti non è un male se sono attestati di crescita di fiducia. E, in tal senso, continueremo a vedere le approssimazioni tecniche di McKennie o la volontà intermittente di Rabiot: ma se staranno dentro questo tipo di contributi, saranno ampiamente scusabili. E diventeranno del tutto trascurabili se saranno il frutto di un predominio fisico che questa Juve non può esprimere per tutta la gara e non sentendone il bisogno non ne ha neanche la voglia. Ma anche solo a strappi, a frazioni di tempo, è un’altra delle situazioni necessarie per essere forti, consapevoli e sicuri.

4) Il 4-0. Mancava allo Stadium in campionato da Juventus-Lecce del post primo lockdown della Juve di Sarri. Basta questa distanza temporale per pensare all’importanza di averlo fatto, viste le non poche volte che ci siamo accontentati di essere meno di quel che si sarebbe potuto essere. Non sono le goleade a far uscire dalle difficoltà, anzi, talvolta creano pericolose illusioni. Ma per una sera fa bene riprovare la sensazione che a casa nostra si vince e lo si fa bene, facendo uscire la gente dallo stadio con il sorriso e qualche bel pensiero per il domani.

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