News
Juve in rosso e nuova iniezione Exor: otto anni costati quasi un miliardo
La Juventus è riuscita a respirare un po’ grazie al ritorno in Champions, ma i suoi bilanci sono ancora molto pesanti e il piano di rilancio deve essere molto cauto. Vediamo quanti soldi sono stati bruciati e che ruolo gioca Exor nel percorso del club.
L’ultimo bilancio della Juventus ha chiuso con una perdita netta di circa 58 milioni di euro in netto calo rispetto ai -199,2 milioni dello scorso anno. La differenza l’hanno fatta il ritorno in Champions League e le entrate collegate ai grandi tornei, che hanno spinto i ricavi a circa 529 milioni.
Però, alle spalle la Juve ha un percorso lungo otto anni fatto di perdite, tagli e iniezioni di denaro. Dal 2019 a oggi gli azionisti hanno sostenuto la società con aumenti di capitale importanti: 300 milioni nel 2019, 400 nel 2021, 200 nel 2024. Exor quest’anno ha già versato 15 milioni a supporto di un possibile nuovo rafforzamento e il cda ha varato la richiesta di altri 110 milioni. In totale, nell’ultimo quinquennio gli apporti dei soci sfiorano i 900 milioni. considerando anche il 2024-25, diverse analisi stimano che la soglia “psicologica” del miliardo nell’arco di otto anni sia stata sostanzialmente raggiunta o imminente.
Perdita ridotta nel 2024/25, ma il piano diventa più prudente
La stagione 2024/25 ha visto una riduzione della perdita a 58 milioni, grazie soprattutto alle entrate UEFA, ai flussi da stadio e ai diritti tv. I ricavi sono saliti nell’ordine dei 529 milioni. Nonostante questo, le guidance interne sono state riviste con più prudenza: obiettivo break-even (in area pareggio) spostato verso il 2026/27, con un 2025/26 atteso solo in lieve miglioramento sul cash flow.
In pratica, i conti respirano un po’ di più, ma l’azienda resta in fase di cura dimagrante. Il club non punta a fare utili subito, vuole stabilizzare i costi e i ricavi per arrivare vicino al pareggio nell’arco di due stagioni, anche perché il costo del lavoro e la volatilità del player trading restano delle variabili importanti.
Perché Exor riapre il portafogli: cosa c’è dietro alla nuova ricapitalizzazione
Un aumento di capitale non è un premio, è un paracadute per sostenere la continuità mentre la gestione operativa si rimette in carreggiata. Exor, azionista di controllo, ha già effettuato dei versamenti e ha manifestato la disponibilità a sostenere la ricapitalizzazione fino a 110 milioni. Questo è un chiaro segno di commitment sulla strategia: consolidare il rimbalzo dei ricavi europei, traghettare verso un costo-squadra più sostenibile e proteggere gli obiettivi del piano.
Dal punto di vista strettamente finanziario, un punto spesso sottovalutato è la gestione del debito. La riduzione dell’indebitamento registrata post-2023/24, insieme ai tassi Euribor in discesa rispetto ai picchi del 2023, ha alleggerito la componente degli interessi. Non risolve tutto, ma aiuta a non disperdere cassa man mano che si prosegue verso il risanamento.
Mercato, salari e risultati: i tre settori che fanno la differenza
Il conto economico di un club come la Juventus è determinato principalmente da tre aspetti:
- Costo del lavoro sportivo: gli ingaggi e gli ammortamenti dei cartellini pesano in modo strutturale. Senza la Champions nel 2023/24, il peso relativo è esploso, con il rientro in Europa il rapporto ricavi/costi torna più gestibile.
- Player trading: le plusvalenze e le minusvalenze incidono sui risultati annuali. Una strategia più selettiva, meno dipendente dalle operazioni tattiche, riduce la volatilità dei conti, ma richiede tempo per essere a regime.
- Variabile sportiva: andare avanti in Champions o qualificarsi al Mondiale per Club porta degli incassi extra e più visibilità commerciale. Uscire presto o mancare l’Europa comprime i margini. Nel 2024/25, l’effetto Champions è stato decisivo per il rimbalzo.
Effetto finanza sulle quote: cosa succede al mercato scommesse
I bilanci, le ricapitalizzazioni e i risultati possono influenzare anche le quote antepost. Un club percepito come stabile tende ad avere una probabilità implicita più alta nei mercati come vittoria campionato o qualificazione Champions. Viceversa, le incertezze societarie o i piani di taglio costi possono allargare lo spread rispetto alle rivali.
In pratica, l’annuncio di un aumento di capitale e il ritorno a dei ricavi europei robusti possono comprimere, anche di poco, le quote a lungo termine, perché il rischio percepito scende. I bookmakers non aams aggiornano rapidamente i prezzi quando emergono delle notizie sul cash injection, sui piani industriali o sugli infortuni, proprio perché i modelli integrano sia i dati sportivi sia i segnali finanziari. È un aggiustamento spesso sottile, ma su volumi elevati fa la differenza nelle lavagne antepost.
Cosa succederà nei prossimi 18 mesi
La traiettoria dipende da quattro punti:
- Permanenza in Champions
- Percorso nelle coppe
- Disciplina sul costo del lavoro
- Coerenza nella campagna trasferimenti
Il club ha impostato un cammino verso il pareggio operativo entro il 2026/27, ma lo scenario ufficiale è diventato più prudente rispetto alle ambizioni di un anno fa. Nel frattempo, l’iniezione fino a 110 milioni serve a coprire. Il quadro, letto in controluce, dice due cose: la fase più buia, quella del rosso da quasi 200 milioni l’anno, è alle spalle ed è stata superata, però l’azienda non può permettersi degli scivoloni perché il margine di sicurezza è ancora sottile.
