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Juve Monza Coppa Italia: le tre cose che non hai notato

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Juve Monza Coppa Italia: le tre cose che non hai notato del match dell’Allianz Stadium. Gli episodi sfuggiti all’attenzione dei più

(inviato all’Allianz Stadium)Juve Monza Coppa Italia: le tre cose che non hai notato.

1. Danilo punto di riferimento. Sempre

L’aver scalato le gerarchie, sorpassando Cuadrado e Alex Sandro per indossare la fascia da capitano in assenza di Leonardo Bonucci, lo sta dimostrando con i fatti. Danilo è l’anima di questa Juventus. In tutti i momenti: delicati, di gioia dopo un gol, in cui c’è da tenere alta la tensione. È lui che parla alla squadra nel consueto cerchio pre-partita: serve una scossa dopo la brutta figura di Napoli, passa anche dalle parole del capitano. È lui che anima i compagni dopo il gol subito da Valoti: ‘Dai, dai’ la traduzione dei suoi gesti, delle sue espressioni. Come dire: ‘Rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo’. Ed è sempre lui che prende da parte Weston McKennie nel tunnel degli spogliatoi tra primo e secondo tempo, spiegandogli alcuni movimenti e meccanismi da oliare, probabilmente quelli che non hanno funzionato nei primi 45′. Leader non solo a parole, ma anche (e soprattutto) con le dimostrazioni in campo.

2. Supporto dei tifosi, anche dopo un errore

Due fotografie colpiscono dallo Stadium. La prima: Fabio Miretti esce dal campo al 60′, dentro al suo posto Locatelli. Non la miglior partita del classe 2003 contro il Monza, senza dubbio: ma Danilo e Rugani chiamano il sostegno del pubblico. Niente brusio ad accompagnare la sua uscita dal campo: i due difensori mimano il gesto degli applausi, indicando anche ai tifosi la strada da seguire. Stessa reazione anche nel finale di partita: Alex Sandro commette una leggerezza, sbagliando un appoggio semplice in difesa e regalando la rimessa laterale agli ospiti in un momento delicato. Il pubblico inizia a rumoreggiare e spazientirsi: intervengono Gatti, Rugani e Locatelli che, come successo in precedenza, iniziano ad applaudire il compagno per sostenerlo dopo l’errore, invitando i tifosi a compiere lo stesso.

3. Anche Di Maria a bocca aperta…

378 giorni dopo, Federico Chiesa è tornato al gol. L’attaccante ha mandato un altro segnale alla Juventus: la serpentina, il destro a giro, la resistenza all’urto e la fame, fame di gol. Sembra che il tempo, da quel 6 gennaio, Fede lo abbia congelato. A sottolinearlo è anche la reazione di Angel Di Maria: il Fideo è stato l’ultimo ad abbracciare Chiesa dopo la rete decisiva. Non prima, però, di averlo applaudito: l’argentino è rimasto a bocca aperta, rimanendo fermo davanti al compagno di squadra e battendogli le mani con orgoglio. Stupito dal suo gran gol. E l’intesa tra i due in campo va via via perfezionandosi…

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