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Juve in balia di se stessa: Tudor deve risolvere al più presto questi due problemi per cambiare rotta prima che sia troppo tardi. L’analisi
Juve in balia di sé stessa: l’analisi del Corriere evidenzia i due grandi mali che Tudor deve curare per invertire immediatamente la rotta
Una squadra fragile, confusa, che vive di fiammate estemporanee ma manca di una struttura solida. La sconfitta di Como ha messo a nudo i limiti attuali della Juventus, confermando le perplessità emerse già nelle precedenti uscite. Come analizzato dal Corriere dello Sport, la Vecchia Signora è «un po’ in balia di sé stessa», vittima di due problemi principali che Igor Tudor è chiamato a risolvere al più presto per invertire una rotta che si sta facendo preoccupante.
Juve: manca l’equilibrio tattico
Il primo, grande male che affligge la squadra è la mancanza di equilibrio tattico. La Juventus di Tudor è una squadra che prova a giocare un calcio intenso e propositivo, ma che spesso perde le distanze tra i reparti, risultando vulnerabile alle ripartenze avversarie. Questa fragilità porta poi a incassare gol evitabili, come dimostrano le sette reti subite in campionato, un dato in netto peggioramento rispetto alla solidità difensiva mostrata un anno fa sotto la gestione Motta. L’assenza di Gleison Bremer ha certamente acuito il problema, ma la sensazione è che si tratti di una questione strutturale, di un sistema che non ha ancora trovato la quadratura del cerchio per garantire la giusta copertura. Tudor cambia uomini e assetti (passando anche alla difesa a 4 nel finale a Como), ma la squadra continua a sbandare, a concedere troppo campo e a soffrire le transizioni avversarie. Ritrovare solidità e compattezza è il primo, fondamentale passo per uscire da questo momento difficile.
Juve: troppo dipendente dai singoli
Il secondo problema, strettamente legato al primo, è l’eccessiva dipendenza dalle individualità. La manovra offensiva della Juventus, priva di meccanismi corali ben definiti, si affida troppo spesso alle giocate dei singoli, alle invenzioni estemporanee dei suoi uomini di maggior talento. In questo senso, Kenan Yildiz e Francisco Conceicao sono diventati croce e delizia: quando si accendono loro, la squadra diventa pericolosa; ma se non si accendono, come successo a Como, per la Juve è notte fonda. Affidarsi solo alle loro folate è estremamente rischioso, perché rende la squadra prevedibile e vulnerabile ai cali di forma dei suoi fuoriclasse. Manca un gioco collettivo in grado di creare occasioni anche quando i singoli non sono in giornata di grazia, un sistema che metta gli attaccanti nelle condizioni ideali per segnare. La sterilità offensiva vista nelle ultime partite è figlia anche di questa incapacità di costruire azioni corali efficaci.
Sono questi i due principali problemi che Igor Tudor deve risolvere al più presto. Equilibrio tattico e gioco di squadra: le due grandi sfide per l’allenatore croato, chiamato a invertire la rotta in vista di un trittico di trasferte (Real Madrid e Lazio dopo Como) che rischia di compromettere seriamente la stagione. La sosta doveva servire a trovare certezze, invece ha restituito una Juve ancora più fragile e confusa. Serve una svolta, e serve subito.
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