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Juventus U23 Pontedera, tuffo nella storia: è “Fiat contro Piaggio”

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Juventus U23 Pontedera non è solo calcio, ma anche corsi e ricorsi storici: due città legate alle vetture che hanno fatto la storia d’Italia

Torino e Pontedera, due città legate visceralmente ai destini delle loro aziende di punta, la Fiat e la Piaggio. Due marchi storici per la storia dell’Italia: da loro infatti è partito il boom economico che ha caratterizzato gli anni ’50, quelli successivi alla seconda guerra mondiale. I bombardamenti degli anni ’40 hanno rischiato di azzerare le fabbriche e le aziende italiane, ma solo una grande forza di volontà permise ad alcuni di potersi rialzare e scrivere la storia.

La storia dei motori

Negli anni del dopoguerra Fiat e Piaggio diventarono il traino per risollevare le sorti dell’Italia. Da una parte la Fiat cominciò a produrre macchine come la Topolino, auto molto in voga al tempo, così come le molte versioni della 500. Da sottolineare anche le molte vendite della 1100, auto che resterà in produzione per più di 15 anni. Dall’altra la Piaggio visse una vera e propria rivoluzione. Da produttrice di aeroplani e motoscafi (principalmente ad uso bellico) nel 1946 nacque la motocicletta per antonomasia: la Vespa. Sono passati più di 70 anni ma ancora oggi è un’icona tutta italiana che, nonostante il tempo, ancora non è passata di moda. Stesso discorso vale per l’Ape, nata nel 1947 e ancora molto in voga, soprattutto nei luoghi in cui l’agricoltura rappresenta il principale sostentamento delle persone.

Il calcio a Pontedera

Juventus e Pontedera, ufficialmente, non si sono mai incrociate sui campi da calcio. Non si può dire lo stesso al di fuori del campo: basti pensare che uno dei presidenti onorari della società toscana fu Umberto Agnelli, dirigente di Juventus e Fiat. La sua vicinanza con Pontedera arrivò grazie al matrimonio con Antonella Bechi Piaggio, discendente della famiglia Piaggio.

La Juventus Under 23 è già scesa in campo nello stadio di Pontedera, proprio in questa stagione. Era il 24 settembre 2018 e gli uomini di Zironelli affrontavano la Carrarese nella città pisana, dato che lo stadio di Carrara non era agibile. La partita fu un massacro per i bianconeri: una sconfitta per 4-0 con i gol di Piscopo, Ciccio Tavano e Caccavallo.

Il Pontedera non ha mai giocato oltre la Serie C, ma nonostante ciò ha vissuto dei momenti di gloria nella sua ultracentenaria storia. Il più alto rimane l’amichevole nel 1994 contro l’Italia di Sacchi: gli azzurri affrontarono in amichevole la squadra granata per allenarsi in vista dei mondiali americani. Quel Pontedera, con la coppia d’oro Cecchini-Aglietti e allenata da Francesco D’Arrigo, riuscì nella clamorosa impresa di battere la nazionale per 2-1. I giornali impietosi chiesero che fosse il Pontedera a partecipare ai mondiali anziché Baggio e compagni. L’Italia, nonostante le critiche, riuscì ad arrivare nella finale contro il Brasile, diventata famosa per il rigore sbagliato dal Divin Codino.

Non ci sono molti ex tra le due squadre. Da ricordare il pontederese Ennio Mannucci, a cui è stato intitolato lo stadio di Pontedera, che ha militato tra i bianconeri nella stagione 1953/54, segnando due reti, e Giulio Drago, portiere che ha giocato nelle giovanili della Juve nei primi anni ’80 per poi concludere la carriera a Pontedera dopo anni tra Serie A, B e C a fine anni ’90.

Pontedera oggi

Ad oggi il Pontedera si presenta, come quasi tutte le squadre del girone, come una rosa piena di giovani, ma priva di grandi talenti. Il nome più famoso è senza dubbio quello di Daniele Mannini, un passato in serie A con Brescia e Sampdoria e arrivato alla corte di mister Maraia dopo gli anni in cui era indiscusso idolo del Pisa. Come per la squadra di Zironelli, i risultati sono piuttosto deludenti: dieci punti in dieci partite, con la vittoria che manca dal 7 ottobre (2-1 all’Olbia). Per entrambi un’occasione di riscatto e la necessità di risalire la classifica. Un po’ come quando, finita la seconda guerra mondiale, Fiat e Piaggio dovevano rialzarsi in piedi per non crollare definitivamente. Adesso, fortunatamente, il riscatto è solo sportivo e niente più.

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