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Avvocato Gentile: «Lazio-Torino? Valutiamo il ricorso, questione delicata»

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Torna a parlare del processo per il match tra Lazio e Torino l’avvocato del club biancoceleste Gian Michele Gentile

Dopo la sentenza della Corte d’Appello che ha respinto il ricorso del club biancoceleste in merito al mancato match tra Lazio Torino, è tornata a parlare l’avvocato Gian Michele Gentile. Il legale della Prima Squadra della Capitale è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco le sue dichiarazioni riprese da LazioNews24.com.

SUL POSSIBILE RICORSO – «Le intenzioni sono allo studio, la questione è delicata. I problemi giuridici sono seri con la decisione della Corte Sportiva. Non abbiamo scelto se ricorrere Collegio di Garanzia. A volte capita che l’impedimento a dare ragione o dare del merito nasca da un errore processuale, un ritardo, un termine scaduto. Qui il problema è più serio. Il Giudice sportivo dice che non ha il potere per valutare un comportamento che vìola l’ordinamento sportivo. Il problema di fondo è questo. Come se il giudice ordinario dicesse: ha ragione, ma non posso fare nulla. C’è un vuoto nell’ordinamento».

SULLA PARTITA – «Si mette in discussione se il giudice sportivo, di fronte ad un provvedimento della Asl palesemente illegittimo, ha comunque il dovere di sottostare al provvedimento senza poterlo sindacare. Un problema nato da una legge del 1865 proprio perché l’aspetto e l’impostazione dello stato moderno con la separazione dei poteri impediva ad un potere di entrare nell’altro. Si è detto che il potere giudiziario può sindacare il provvedimento amministrativo se lo ritiene illegittimo. Qui abbiamo il giudice sportivo al quale riteniamo lo stesso potere. L’ordinamento sportivo è riconosciuto dalla costituzione, è autonomo, ha delle sue regole che vincolano tutti i tesserati. E nel momento in cui si trova davanti ad un provvedimento dello stato come quello della Asl, illegittimo e riconosciuto, deve intervenire affermando che il provvedimento non vale. Non annullarlo, perché esiste, ma non in questa vicenda».

SULL’INCHIESTA – «La Procura è stata sollecitata in un modo chiaro e pressante dalla Corte Sportiva dunque sta facendo il suo dovere. Quello che succederà, come si difenderà il Torino, le indagini, non so, non spetta alla Lazio. Per il caso tamponi la Lazio ha detto no al Torino, di non entrare nella questione. In questo caso succederà lo stesso, le regole sono queste. Quello che ci interessa è chiudere il campionato e centrare gli obiettivi. I tempi per l’ordinamento statale sono lunghi e non scadono. Il termine per impugnare il provvedimento della Asl scade dopo 60 giorni. Sino al 2 maggio. Penso che dal punto di vista sportivo qualcosa accadrà in questo lasso di tempo, la strada naturale e più semplice è questa davanti a noi. Se partiamo o meno lo valuteremo in questi giorni».

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