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Marotta svela: «Seguiamo Pellegri. No alle clausole per Dybala. Su Chiesa e Higuain…»

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L’amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, ha parlato prima della sfida con la Fiorentina. Ecco le sue parole

A pochi minuti dal fischio d’inizio di JuventusFiorentina, Beppe Marotta, ad della Juve, ha parlato a “Premium Sport” commentando la situazione di Higuain, il vertice della classifica e non solo: «Siamo contenti dell’operazione Higuain, l’avremmo rifatta anche quest’anno. Il prezzo pagato è stato frutto anche della clausola e non ricordiamo che abbiamo ceduto anche Pogba. Per noi è un grande campione, è molto importante nell’economia di gioco. Stacchiamo l’Inter? Ci sono ancora squadra che si stanno assestando e credo che sia prematuro parlare di distacchi o altro, per capire qualcosa bisognerà attendere la decima giornata».

Queste le parole di Marotta sulla clausola di Dybala e sulle clausole in generale: «Clausola per Dybala? La clausola credo che sia un’istituzione, un istituto che in Spagna ha un rapporto molto importante tra le parti. In Italia ci sono stati pochi casi, ad esempio Higuain e Pjanic, due che abbiamo preso noi. Io non amo le clausole. Ogni giocatore ormai è artefice del proprio destino e ogni società farebbe fatica a trattenere un giocatore. Il valore del giocatore viene fatto dall’accordo tra due società ma se c’è un rapporto di fiducia tra le parti non c’è bisogno delle clausole. La cifra incassata dal Barcellona per Neymar pare clamorosa ma hanno subito un grave danno nella programmazione, a 10 giorni dalla chiusura del mercato, che va oltre i 222 milioni di euro incassati».

Chiosa finale su Pellegri, sul calcio italiano e su Chiesa: «Scontri diretti decisivi? Io credo che siano stati determinanti anche negli ultimi anni, è ordinario perdere dei punti lì è straordinario perderlo con le piccole. Una vittoria negli scontri diretti vuol dire fare 6 punti perché non fai guadagnare 3 punti alla diretta concorrente. Io vorrei anche dare un giudizio sul campionato e credo che il campionato dovrebbe essere di 18 squadre perché ne trarrebbe beneficio il calcio italiano. Pellegri? C’è anche la Juve. Noi lo siamo stati in tempi non sospetti, due anni fa, su cifre che sono molto lontane ipotizzabili oggi. E’ un talento ma a trasformarsi in campione ne passa di tempo ma credo che sia uno dei migliori talenti del calcio italiano. Chiesa? E’ un ottimo giocatore ma non c’è interesse».

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