Hanno Detto
Materazzi senza mezzi termini sull’Italia ai Mondiali: «Dobbiamo andarci, parla la nostra storia». Cosa bisogna fare per qualificarsi
Materazzi netto: mancare due Mondiali è inaccettabile. Bisogna imparare dagli altri per migliorare: la qualificazione è fondamentale per il calcio italiano
Marco Materazzi, ha voluto sottolineare la necessità assoluta di qualificazione per l’Italia. Intervenuto alla FIFA, Materazzi è perentorio: abbiamo necessità di andare al Mondiale. Per un Paese che ne ha vinti quattro, è giusto che una Nazionale così forte aspiri a giocare la fase finale della competizione.
L’ex campione del mondo ha riconosciuto che il fallimento è sistemico. Purtroppo se fallisci due Mondiali, vuol dire che hai sbagliato qualcosa. La soluzione è duplice: essere bravi a crescere sotto tutti i punti di vista e non rimanere indietro, e guardare anche cosa stanno facendo gli altri per migliorare.
Materazzi parla chiaro: l’importanza di andare ai Mondiali
Le sofferenze per i tifosi sono immense: per il calcio italiano, è fondamentale qualificarsi perché è uno sport estremamente popolare.
PAROLE – «Noi italiani manchiamo da due edizioni, questa volta abbiamo necessità di andare al Mondiale, perché l’Italia ne ha vinti quattro ed è giusto che una Nazionale così forte aspiri a giocare la fase finale della competizione. Ce lo meritiamo, ma dobbiamo anche essere bravi a crescere sotto tutti i punti di vista e non rimanere indietro. Purtroppo se fallisci due Mondiali, vuol dire che hai sbagliato qualcosa. Quindi devi cercare di migliorare, guardare anche cosa stanno facendo gli altri, per migliorare e arrivare ai Mondiali. Per noi italiani è fondamentale qualificarsi perché è noto che il calcio è molto importante e popolare in Italia. Ha tantissimi tifosi, sia in Italia che all’estero, e soprattutto qui in America. Speriamo di andare ai Mondiali perché tutti noi, anche noi tifosi o ex leggende dell’Italia, ci aspettiamo di essere ai Mondiali. Penso che daremo tutto per arrivarci perché, come ho detto, sono ormai dieci, dodici anni che non partecipiamo, e questa è una grande sofferenza per l’Italia».
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