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Mauro lapidario: «Fallimento consacrato. Se ne esce solo così»

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Massimo Mauro, ex centrocampista della Juve, ha analizzato la situazione in casa bianconera: le sue parole

Massimo Mauro, ex Juve, ha parlato ai microfoni di Repubblica.

Le dichiarazioni sul momento in casa bianconera.

RITIRO – «Se può bastare? No, serve solo a far capire ai giocatori che società e tecnico sono disposti a adottare misure drastiche. Ma non è utile per tornare a vincere, anzi di fatto è la consacrazione del fallimento».

DIRIGENZA «Non si può dimenticare il recente passato. Gente che ha collezionato nove scudetti e ha fatto due finali di Champions non può essere definita alla stregua di dilettanti allo sbaraglio. Ma proprio per questo livello professionale così alto mi sorprende il fatto di essere arrivati a una situazione del genere».

I MOTIVI – «La qualità che non deve mai mancare è l’affidabilità dei protagonisti. E affidabilità significa intensità, mentalità vincente, comprensione del contesto in cui ci si trova. La Juve è un club che deve avere giocatori in grado di fare il massimo almeno nell’80% delle partite. Ora, Pogba non ha mai giocato, Di Maria ha fatto 2 partite e mezzo tra fastidi muscolari e scatti di nervi».

COME USCIRNE – «Con il lavoro ed evitando di commettere altri errori come quelli fatti. Mi viene in mente Ribery. È stato un grandissimo campione, ma in Italia è venuto per il canto del cigno. Ma era il Ribery che conoscevamo al Bayern? E la Juve, con tutto il rispetto, non è la Fiorentina o la Salernitana».

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