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Pecorino: «Obiettivo Coppa Italia. Vlahovic ha tutto. Magari un assist da Di Maria e Chiesa…» – ESCLUSIVA VIDEO

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Intervista ad EMANUELE PECORINO (Juve Next Gen): "Obiettivo Coppa Italia. Vlahovic ha tutto"

Emanuele Pecorino, attaccante della Juventus Next Gen, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Juventusnews24

È il suo miglior momento da quando è alla Juventus. Non ci sono dubbi. Lo dicono i numeri: 6 gol e 2 assist fino a questo momento per Emanuele Pecorino, capocannoniere della Juventus Next Gen di Brambilla che si gioca il pass per la finalissima di Coppa Italia Serie C contro il Foggia dopo il 2-1 dell’andata in terra pugliese. Arrivato due anni fa a Torino, la continuità dell’attaccante classe 2001 è stata minata da alcuni problemi fisici nel primo anno e mezzo: ora se li è lasciati alle spalle e sta prendendo per mano la Seconda squadra tra campionato e Coppa. A Juventusnews24, Pecorino si è raccontato tra passato, presente e futuro.

Obiettivo Coppa Italia

C’è in palio un posto nella finale di Coppa Italia ad aspettarvi. Quanto credete alla rimonta dopo il 2-1 dell’andata?
«Siamo lì, siamo ad un passo dalla finale, quindi crederci è dovuto ed è giusto così. Daremo il 100% per superare questo turno importante contro una squadra forte e speriamo che vada bene, come vogliamo noi».

Ci racconti proprio la partita d’andata? Cosa non ha funzionato e da dove invece dovete ripartire contro questo Foggia?
«Ci hanno condizionato gli episodi. È stato sfortunato il nostro compagno di squadra, succede, capita. Bisogna pensare alla partita di ritorno: serve vincere, con l’1-0 si va ai supplementari. Bisogna vincere lo stesso, non cambia niente».

Quali corde sta toccando mister Brambilla in questi giorni per prepararvi alla sfida?
«Veniamo da sei risultati positivi in campionato. Quindi l’adrenalina, la carica, la voglia di andare in finale e giocarci questa doppia partita è tanta. Abbiamo tanta voglia di vincere, di fare una grande partita, di metterci tanta cattiveria».

E tu personalmente come ti stai proiettando a questa partita? C’è più tensione o adrenalina?
«Vengo da un momento positivo ma bisogna spingere, andare oltre, come stiamo facendo. Sia personalmente che di squadra, lottare tutti insieme per portare il risultato a casa».

Come te la immagini questa semifinale? La stai percorrendo idealmente nella tua testa?
«Mi aspetto una partita molto equilibrata, come lo è stata l’andata. Cerchiamo di fare la nostra partita, non pensando agli avversari. Come abbiamo ben fatto in queste ultime gare».

La Coppa Italia è un vostro obiettivo?
«Sicuramente. Essendo in semifinale, è un nostro obiettivo andarci a giocare le altre due partite che rimangono, la finale».

Con la Juventus Next Gen

6 gol e 2 assist fino a questo momento, capocannoniere della squadra. È il tuo miglior momento da quando sei alla Juventus?
«Sicuramente si. Purtroppo non ho potuto far vedere quanto valgo prima a causa di alcuni problemi fisici che fortunatamente ho lasciato alle spalle. Spero di continuare così, con la fame e la cattiveria giusta».

In cosa senti di essere cresciuto maggiormente dal tuo primo giorno a Torino fino ad oggi?
«La Juve mi ha fatto crescere in tanti aspetti, specialmente mentali e non solo di campo. Dentro mi reputo molto più maturo rispetto a quando sono arrivato. Sto lavorando molto e lavorerò molto per continuare questa crescita».

A proposito: ci racconti la chiamata della Juventus?
«All’inizio non ci credevo. Dopo un po’ ho iniziato a leggere qualche messaggio, mi dicevano: ‘”Ma è vero o non è vero”. Dicevo: “Si è vero”. Da lì ho iniziato a crederci, poi si è concretizzato tutto. Sono fortunato, mi trovo nel miglior club d’Italia».

Ti aspettavi così l’impatto con il mondo bianconero? O sei rimasto stupito da qualcosa in particolare?
«Sono rimasto stupito dalla precisione che questo club ti dà: nella mentalità, nel vincere, nel non tralasciare niente. Non devi dare niente per scontato e dare sempre il massimo in campo».

La tua continuità, soprattutto nel primo anno e mezzo, è stata minata da diversi infortuni. Dove hai trovato la forza in quel periodo, qualcuno ti è stato vicino, che momenti sono stati per la tua carriera?
«Quel periodo è stato davvero difficile. È un infortunio in cui non sai mai quando rientri, non c’è una data di rientro quindi lavori ogni giorno dicendo “Speriamo che questo è il giorno giusto, il giorno buono”. Ti sentivi meglio, ma invece non lo era. È stata una montagna da scalare: ora non voglio più pensare agli infortuni ma solamente al campo».

Ma torniamo all’attualità. Questo 3-5-2 ad immagine e somiglianza della prima squadra proposto nel nuovo anno da Brambilla è una chiave del successo ritrovato?
«Con questo modulo giocavo anche a Catania, mi trovo bene. Non c’è poi un modulo prescelto, uno che simpatizzo di più: sicuramente avendo già giocato con questo schieramento lo conosco. Ma non è un problema, possiamo giocare in qualsiasi modo».

Nel periodo tra fine 2022 e inizio 2023, caratterizzato da quattro sconfitte consecutive, il mister ha sempre detto “Non siamo preoccupati, i risultati torneranno”. Avevate la stessa percezione? 
«Sono state partite in cui, tra prima squadra e infortuni, sono mancati molti giocatori. Era un momento che andava superato, siamo stati bravi a farlo e ora da squadra matura stiamo ottenendo dei giusti risultati».

E infatti i risultati sono tornati. 3 vittorie e 2 pareggi, compreso l’ultimo con la capolista Pro Sesto nelle ultime 5 partite. C’è un segreto?
«Siamo una squadra molto umile, formata da ragazzi umili che lavorano, in silenzio, non dicono una parola. Seguiamo le indicazioni del mister e le mettiamo in atto in campo».

Detto della Coppa Italia, si può sognare anche in campionato o piedi per terra?
«Sicuramente piedi per terra. Siamo a 9 punti dalla prima: bisogna pensare a migliorare il risultato dell’anno scorso. Fare meglio quindi, pensare di partita in partita, portare a casa i punti, fare delle giuste prestazioni. Alla lunga si vedrà, intanto pensiamo a stabilizzarci nella nostra posizione».

Piccolo giochino: questo o quello?

Gol in finale di Champions o gol in finale dei Mondiali?
«Questa è dura eh (ride ndr). Gol in finale dei Mondiali».

Una cena con Haaland o un gol nel derby Catania-Palermo?
«Gol nel derby».

Film o serie tv?
«Film».

Rap, pop o reggaeton?
«Reggaeton».

Rituale pre-partita? 
«Ne ho tanti. Io sono molto credente».

Premier League, Liga o Serie A? 
«Va bene la Serie A».

Suarez o Lewandowski? 
«Lewandowski».

Prima squadra

C’è una caratteristica che ruberesti a Dusan Vlahovic? 
«Dusan è un attaccante fortissimo. È molto esperto nonostante la giovane età, dimostra tutt’altro in campo. I suoi movimenti, la sua cattiveria, è bravo davanti alla porta. Ha tutto. Vorrei rubare la sua freddezza sotto porta».

Ti ha sorpreso l’impatto avuto da Milik alla Juventus?
«Milik è un attaccante vero: esperto sicuramente, tecnicamente fortissimo, molto umile. Lo stimo».

Un assist da Di Maria o Chiesa invece? In cosa ti hanno impressionato di più? 
«Magari… Fanno quello che vogliono con la palla: quello che noi non immaginiamo loro lo fanno».

Il difensore più difficile da superare in allenamento? 
«Bremer, ma sono tutti forti».

C’è un episodio particolare che ti viene in mente durante gli allenamenti con i big di Allegri? 
«Cuadrado mi chiama Emre Can, dice che somiglio a lui».

Il percorso di Miretti, Soulé e Iling (tuoi ex compagni) oltre a Fagioli, è l’essenza del progetto Next Gen? E a proposito, quanto li hai visti cresciuti? 
«Vedere tanti miei ex compagni di squadra lì, giocare all’Allianz Stadium e nei grandi palcoscenici, ci mette tanta adrenalina per credere che tutto è possibile per arrivare a quei livelli».

Com’è stato giocare all’Allianz Stadium quel Juventus Next Gen Mantova?
«Bellissimo. Giocare in quello stadio, con quelle persone, la vivi come un vero giocatore e ti mette i brividi».

Ci pensi ogni tanto a come potrebbe essere il tuo esordio in prima squadra? 
«Sì, spero di fare il gol vittoria al 90esimo…».

Chiudiamo con un gioco: cosa ti viene in mente se pensi a…

Catania 
«Su Catania potremmo stare qui una giornata intera a parlare. Catania l’ho tatuata dentro di me: ci sono nato, cresciuto, la mia famiglia è catanese doc. Catania mi ha dato tanto, sotto tutti gli aspetti: mi ha dato il trampolino di lancio verso il Milan, verso la Juve. Resterà per sempre dentro di me e spero che torni ai livelli che merita».

7 aprile 2019 
«È il mio esordio tra i professionisti. Lo ricordo benissimo, eccome, ce l’ho tatuato sulla mia pelle quel giorno. È stato bellissimo: dopo tutta la trafila con la maglia del Catania, in cui sono nato e cresciuto, è stato stupendo. Specialmente fare un assist per il gol che ci ha portato alla vittoria».

Zlatan Ibrahimovic 
«Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui, sicuramente non lo dimenticherò. È stata un’emozione incredibile guardare uno, se non il più forte, con quelle caratteristiche. Allenarsi insieme è stato incredibile. Fenomeno, non c’è altro da dire su questo giocatore».

Milan 
«È stata una bella parentesi della mia vita. Mi ha aiutato a crescere, stare fuori di casa, che non è mai semplice per un ragazzo giovane. Ringrazio per questa occasione che mi è stata data».

7 febbraio 2021 
«Qui ho segnato il primo gol con la maglia della Juve, della Next Gen. È stata una bella giornata, la partita col Livorno è finita 6-0. È stata una grande vittoria, tutti insieme, poi è venuto anche il gol quindi mi sono presentato abbastanza bene».

Numero 31 
«31 perché è stato l’esordio con la maglia del Catania tra i professionisti. Questo numero me lo son portato dietro da quando ho esordito. Mi ricordo ancora: c’era tra scegliere tra il 31, il 29 e il 32. Io ho scelto il 31 e da quel giorno in poi non ho usato altri numeri».

Zauli e Brambilla 
«Sono due grandi mister, mi trovo bene con loro, come persone ma anche in campo. Con mister Zauli non ho avuto quella continuità dovuta agli infortuni, invece ora con mister Brambilla sto trovando quella continuità per dare il mio 100% in campo. Dico due pregi su loro due: Zauli è un grande motivatore, Brambilla mi trasmette quella tranquillità per dare il massimo in campo».

Si ringraziano Emanuele Pecorino e l’ufficio stampa di Juventus per la gentile concessione dell’intervista.

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