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Pogba doping: ecco perché lo juventino ha deciso di non patteggiare

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Pogba doping: ecco perché lo juventino ha deciso di non patteggiare. Gli avvocati del francese sperano in uno sconto sulla squalifica

Come riferisce La Gazzetta dello Sport la squalifica di 4 anni di squalifica chiesta dalla Procura antidoping per Paul Pogba significherebbe carriera finita. Nessun patteggiamento, si andrà a processo: sarà il Tribunale nazionale antidoping a stabilire quanto a lungo il Polpo dovrà stare senza calcio. La sentenza definitiva potrebbe arrivare a inizio 2024, dopo la metà di gennaio. Nel frattempo gli avvocati di Pogba stanno costruendo la linea difensiva, che punta sulla «non intenzionalità», mentre la Juventus attende la fine dell’iter per muoversi di conseguenza.

Di sicuro la Procura antidoping non ha fatto sconti, proponendo il massimo della pena prevista per i casi di doping. Richiesta arrivata dopo aver letto le memorie difensive dei legali e dei periti del Polpo, che evidentemente non hanno convinto più di tanto l’accusa: non è stata considerata alcuna attenuante e l’assunzione consapevole della sostanza incriminata, il testosterone, è considerato un reato molto grave. Toccherà al giocatore difendersi: difficile che riesca a farsi scagionare, proverà però a farsi diminuire la pena. L’ipotesi del patteggiamento, una possibilità prevista prima del deferimento (e che avrebbe potuto portare a una sostanziale riduzione della pena, fino alla metà), è tramontata. Evidentemente gli avvocati del giocatore ritengono che ci sia una vasta giurisprudenza di sconti per i casi di doping e sono certi di potersi giocare delle buone carte di fronte al Tribunale.

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