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IL PERSONAGGIO – Pogba è tornato e fa già la differenza per la Juve

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Classe e qualità in poco più di 20 minuti giocati nel derby: ora per la Juve è davvero il momento del Pogback

Sono bastati poco più di 20 minuti per far tornare tutti i tifosi della Vecchia Signora indietro di quasi 7 anni, a quel 2016 in cui era tra i centrocampisti più forti del mondo e incantava e trascinava nella Juve che era ancora nel pieno del suo ciclo vincente in Italia. Paul Pogba, dopo 315 giorni di lungo calvario, fatto di qualche alto e tante ricadute, è finalmente tornato in campo e, accolto da un’ovazione, ha subito dato sprazzi di spettacolo con quella classe che è rimasta la stessa. Per certe cose il tempo sembra non essere mai passato e la felicità di aver ritrovato il numero 10 ed elemento cardine del centrocampo in una serata in cui, per l’ennesima volta, Torino si tinge di bianconero, è comprensibile, anche in un Allegri che si è lasciato andare a complimenti verso il Polpo.

«È sempre un bel segnale quando dalla panchina entrano così. E’ entrato bene Pogba, così Chiesa, De Sciglio. Dobbiamo mantenere questo spirito». Parole chiare di Max, che ora si aspetta di poter inserire con sempre maggior continuità il suo asso negli schemi di gioco di una squadra che punta a dare una sterzata decisiva ad una stagione che dopo il -15 si era fatta pesantissima. E, dal canto suo, Paul deve ripagare la fiducia che tutto l’ambiente ha riposto in lui, anche quando qualcuno aveva già pensato di scaricarlo perchè lo considerava “bollito” o “alla frutta”. Ma a 30 anni, in un ambiente che lo coccola come fosse un figlio, l’uomo (non più ragazzo) di Lagny-sur-Marne sa di potersi esprimere in un modo nel quale, forse, fino a questo momento non si è mai espresso se non a tratti.

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