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Rosucci: «Juventus Women Chelsea allo Stadium è un sogno» – VIDEO

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Martina Rosucci ha raccontato tutte le sue emozioni a pochi giorni dalla sfida di Champions Juventus Women-Chelsea allo Stadium

Mercoledì sera l’Allianz Stadium ospiterà Juventus Women-Chelsea, seconda gara del girone di Women’s Champions League.

La bianconera Martina Rosucci, in un video pubblicato dalla Juventus, ha raccontato le sue emozioni a pochi giorni dalla sfida.

JUVE CHELSEA ALLO STADIUMLo Juventus Stadium è il mio stadio preferito. Quando lo nomino si sente che sono un po’ juventina. Juve Chelsea allo Stadium? E’  un’emozione speciale.  Pensare che giocheremo lì è veramente una roba qualcosa da film, nonostante sia già successo. Giocare allo Stadium una partita di Champions è un’emozione e un’orgoglio. Per me che sono juventina e di Torino è una roba grande. Juve Chelsea all’Allianz Stadium fa il suo effetto. Il Chelsea ha la sua storia, quest’anno sono arrivate in finale di Champions e troviamo un avversario blasonato con giocatrici fortissime. E’ un’ulteriore emozione questa. E’ una cosa veramente grande da pensare e bella da pensare di poter vivere.

INGRESSO IN CAMPO – La prima cosa che farei è sentire l’odore dell’erba, è una cosa che faccio sempre, fin da quando giocavo ai giardinetti. L’odore dell’erba mi fa sentire l’amore per questo sport, è come se mi si aprissero i polmoni e il cuore. Quando sono lì, in quei momenti che devo gicoare, mi isolo tantissimo. Forse me ne renderei conto alla fine che sono all’Allianz Atadium, a parte quando entro. Penso che vivere l’emozione dentro me stessa e la concentrazione per la partita mi fa vivere in secondo piano il fatto di essere allo Stadium.

PRIMA VOLTA – L’ho vista da tifosa. So quanto ha rappresentato per il calcio femminile e per la Juventus e per tutte noi. E’ stata una partita storica. Se penso a quel giorno ho anche qualche sensazione di tristezza perché la prima volta che la Juventus giocava all’Allianz Stadium non potevo scendere in campo. Vedere tutto quel pubblico, l’entusiasmo, quanta gente è venuta e quanto i tifosi ci caricavano per ogni giocata mi ha fatto sentire fortunata nonostante non stessi vivendo in prima persona quel giorno.

RICORDO – «Quando è partito l’inno della Juve non sono riuscita a tenere le lacrime, mi si sono gonfiati gli occhi e mi sono messa a piangere fortissimo. Già mi viene da piangere quando mettono l’inno della Juve allo Stadium…Figurati in quel momento che ero lì e lo stavo vivendo dal campo. A livello di immagine ho l’idea dello stadio visto dal campo, tutte le bandiere bianconere vista da tifosa. Quella volta ho alzato lo sguardo ed era tutto bianconero. Questa immagine è veramente nitida».

CRESCITA – «Il fatto che la società ci permette di giocare in questo stadio è un tassello che aggiungiamo alla Juventus e a tutto il calcio femminile. Siamo d’esempio per tutte le squadre. Per il mondo femminile calcistico italiano ed europeo vedere che la Juve gioca le partite di Champions nello stadio degli uomini è un messaggio forte. Vuol dire che la società crede nel calcio femminile e nelle sue ragazze mette a disposizione quello che mette a disposizione per gli uomini. E’ un messaggio importantissimo sia per noi che a livello europeo per la percezione del calcio femminile. Ogni giornata vissuta lì è un qualcosa in più».

NIENTE FAVOLE – «Mi mettevo a ridere se mi avessero detto che avrei giocato qui. Non sono mai stata una bambina che credeva nella favole. Ma mi ci sono ritrovata. Io spesso mi fermo a pensare sul fatto di trovarmi qua in questo periodo della vita in generale, della vita del calcio femminile e della Juventus, essere io ad avere iniziato con questa squadra e giocare una partita di Champions League non è il sogno più grande che non dico…sono scaramantica. Non chiederei di meglio, mi sento ogni giorno fortunatissima. La vivo come una cosa bellissima pensare di giocare Juventus Chelsea all’Allianz Stadium, non come una cosa che mi spaventa. Qualunque cosa accada, ho avuto la fortuna di vivere una cosa così e non posso non sentirmi fortunata». 

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