Hanno Detto
Spalletti e quella battuta a Perin, il tecnico la spiega in conferenza stampa: «So bene che si dipende molto dai calciatori. Uno può essere bravo quanto vuole ma poi è la qualità dei calciatori a fare la differenza»
Spalletti e quella battuta a Perin, il tecnico la spiega: tutte le dichiarazioni del mister in conferenza stampa
Non è un allenatore banale e non lo è stato nemmeno nella sua conferenza stampa di presentazione. Luciano Spalletti ha iniziato la sua avventura alla Juventus con il piglio di chi sa di avere una missione difficile, ma anche con la serenità di chi non ha nulla da perdere. Il tecnico di Certaldo ha subito voluto chiarire il senso di una battuta, rivolta a Mattia Perin poco prima dell’inizio dell’incontro (“Sto bene? Dipenderà da voi”), trasformandola in un vero e proprio manifesto della sua filosofia e in un messaggio diretto alla squadra.
PAROLE – «La battuta a Perin? È soltanto una battuta… So bene che si dipende molto dai calciatori, uno può essere bravo quanto vuole ma poi è la qualità dei calciatori a fare la differenza. Dipenderà da voi era per coinvolgerli e metterli al corrente che nessuno ha la bacchetta, le cose fatte in campo dipenderanno il mio futuro. Fortunatamente per quello che è stata la mia carriera non ho bisogno di essere rassicurato per il mio futuro. Non devo starci per forza in una situazione o perché son legato da un contratto. Si fa questa esperienza insieme, la trovo una situazione semplice, onesta e molto chiara. Si lavora, cercando di collaborare tra gli staff del mondo Juventus, che sono persone di valore perché le conosco tutte. Poi si tirano le somme, ma nessuna difficoltà di accettare un contratto di questo genere».
LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI SPALLETTI
Spalletti: la filosofia dietro la battuta
Per il nuovo allenatore della Juventus, non si è trattato di mettere pressione al gruppo, ma al contrario di responsabilizzarlo e di creare un patto d’acciaio fin dal primo giorno. Spalletti ha spiegato che nel calcio la differenza la fanno i giocatori e che l’allenatore, da solo, non può compiere miracoli. Ha poi sottolineato la sua totale serenità riguardo al futuro e al contratto “breve” (otto mesi) che ha firmato.
Le parole di Spalletti sono un segnale potentissimo per lo spogliatoio bianconero. Il tecnico si presenta senza la “bacchetta magica”, ma come un condottiero che ha bisogno della sua truppa per vincere la battaglia. È un modo per “coinvolgerli”, per far capire a Yildiz, Vlahovic, Koopmeiners e a tutti gli altri che la rinascita della Juve dipende in primis dalla loro qualità e dalla loro “auto-disciplina”.
Questa filosofia si sposa perfettamente con la sua scelta contrattuale. L’ex CT della Nazionale ha accettato un accordo di soli otto mesi (con opzione di rinnovo legata alla Champions) proprio perché non si sente “legato” a una panchina. «Non ho bisogno di essere rassicurato per il mio futuro», ha sottolineato, facendo capire di essere a Torino solo per scelta, per il fascino della sfida, e non per necessità economica. «La trovo una situazione semplice, onesta e molto chiara»: un patto a tempo, in cui si lavora insieme e poi si tirano le somme.
Infine, un passaggio fondamentale sulla collaborazione interna. Spalletti non arriva per smantellare, ma per integrare, mostrando grande stima per le professionalità già presenti alla Continassa.
