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Spalletti pazzo della Champions League: «È la suite del calcio, ma per giocare questa competizione…». L’avvertimento del tecnico

Juventus News 24

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Spalletti Juve, il tecnico bianconero presenta la sfida europea: «L’incertezza è la cosa peggiore, finito il tempo delle scappatoie, serve coraggio»

L’esordio (vincente) in campionato è archiviato, ma ora per Luciano Spalletti arriva il vero banco di prova, il più difficile: l’Europa. Alla vigilia della sua “prima” in Champions League sulla panchina della Juventus, nella sfida fondamentale di domani sera (ore 21:00) all’Allianz Stadium contro lo Sporting Lisbona, il tecnico di Certaldo ha tenuto la sua conferenza stampa di presentazione. E ha usato parole forti, da leader, per scuotere la squadra: ha definito la Champions una “suite”, ma ha anche avvertito i suoi giocatori che il tempo degli alibi è finito.

Spalletti: la Champions è la “suite”, serve identità

Dopo la sofferta vittoria di Cremona, la Juve si rituffa in un girone europeo fin qui disastroso (solo 2 punti in 3 partite). Per Spalletti, giocare questa competizione non deve essere un peso, ma un privilegio, da affrontare però con un’identità chiara e coraggiosa.

ANSIA DI VINCERE – «È una fortuna giocare la Champions League, è la suite del calcio, la lounge del calcio. Se il calcio fosse un Grand Hotel la Champions sarebbe la sua suite. Per giocare questa competizione dobbiamo avere un’idea propria di quello che è essere squadra. Dobbiamo avere un’idea di essere squadra, e dobbiamo proteggerla. Si passa da lì, bisogna avere il coraggio di scegliere ciò che vogliamo fare.»

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Spalletti: l’incertezza è peggio di un errore

Il tecnico ha poi stroncato sul nascere ogni possibile scusante, a partire dalla stanchezza per le partite ravvicinate. Per Spalletti, la peggior nemica non è la fatica, ma l’indecisione.

NIENTE ALIBI O INCERTEZZE – «Di solito si ha sempre 3 possibilità: la scelta corretta, la scelta sbagliata e l’incertezza di cosa voglio fare. L’incertezza è la cosa peggiore. Non è un’alibi giocare ogni 3 giorni, bisogna farla finita – parlo dei miei giocatori – di dire che abbiamo giocato 3 giorni fa. Non abbiamo scappatoie, andare lì dentro ed essere curiosi di ciò che facciamo. Se scegliamo delle cose vedremo dove portare il discorso e quale comportamento avere».

Il messaggio di Spalletti è un richiamo potentissimo alla responsabilità. Dopo mesi di confusione tattica e psicologica, il nuovo tecnico chiede alla squadra una cosa sola: coraggio. Meglio un errore fatto con convinzione che un’intera partita passata nell’incertezza. Ha stracciato la lista degli alibi: la stanchezza non esiste, «non abbiamo scappatoie». La Juve è chiamata a scegliere chi vuole essere e a “proteggere” quell’idea con tutte le sue forze. La sfida contro lo Sporting è già da dentro o fuori: per Spalletti si deve affrontare con la consapevolezza di essere nella “suite” del calcio, e con l’obbligo di dimostrarsene degni.

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