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Spalletti Juve, buona la prima per il tecnico: quelle due idee visionarie non sono passate inosservate a tifosi e addetti ai lavori. I dettagli

Spalletti Juve, l’analisi della Gazzetta sull’esordio: il tecnico sorprende tutti con Koopmeiners difensore e McKennie trequartista, mosse vincenti
L’era di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus non poteva iniziare in modo più complicato: un solo allenamento completo e una squadra in piena emergenza infortuni, costretta a rinunciare a uomini chiave come Bremer, Yildiz e Kelly. Eppure, l’esordio a Cremona (vittoria per 2-1) ha mostrato subito la mano del nuovo tecnico. Come analizzato da La Gazzetta dello Sport, la “prima” di Spalletti è stata “buona”, e a colpire sono state due mosse tattiche a sorpresa che si sono rivelate positive fin da subito.
Spalletti Juve: la mossa Koopmeiners
La prima, vera sorpresa che ha spiazzato tutti è stata la collocazione in campo di Teun Koopmeiners. Il tecnico, che in conferenza stampa lo aveva definito un “mediano/mezzala”, lo ha schierato in un ruolo completamente inedito: braccetto sinistro della difesa a tre, al fianco di Gatti e Kalulu. Una mossa dettata dall’emergenza totale nel reparto, ma che ha dato frutti insperati.
Koopmeiners, adattato in questa nuova posizione, ha risposto con una prestazione di intelligenza e qualità. Secondo l’analisi della Gazzetta, non si sa se potrà essere una soluzione da riproporre stabilmente, ma di certo ieri sera, vista l’assenza di Kelly (oltre a quelle di Bremer e Cabal), ha aiutato e non poco la squadra, garantendo un’uscita palla pulita da dietro e una buona copertura. Un esperimento riuscito, che la dice lunga sulla volontà di Spalletti di recuperare l’olandese, in qualsiasi modo.
Spalletti Juve: il ruolo ibrido di McKennie
La seconda mossa che ha colpito positivamente è stata quella relativa a Weston McKennie. Schierato sulla carta nel tridente d’attacco (3-4-3) come trequartista di destra, l’americano aveva in realtà una missione ibrida: stringere verso il centro e agire da mezzala aggiunta in fase di possesso e non possesso.
Un compito complesso, che secondo il quotidiano lui interpreta alla perfezione. McKennie è stato lodato per essere stato sempre al posto giusto, agendo da vero e proprio equilibratore della squadra. Ha saputo cucire la circolazione del pallone tra difesa e centrocampo, e allo stesso tempo dettare i filtranti per le punte, dimostrando una duttilità e un’intelligenza tattica fondamentali per il nuovo corso.
In 90 minuti, Spalletti ha dovuto inventarsi una formazione d’emergenza. L’ha fatto con coraggio, trovando in Koopmeiners un difensore aggiunto e in McKennie un perfetto “tuttocampista”. Due mosse che, oltre ai tre punti, hanno regalato le prime, vere indicazioni positive della nuova gestione bianconera.
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