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Voi a testa alta, noi con i piedi per terra fino alla fine!

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Il Napoli arresta la sua corsa, la Juve sorniona ha tenuto il passo aspettando il suo momento: bianconeri in testa alla classifica e in piena bagarre su tutte le altre competizioni

Il Napoli si è sciolto prima di quando lo attendevamo. Il pari a San Siro contro l’Inter, otto giorni dopo il ko interno con la Roma, consente alla Juve di mettere la freccia e conquistare la vetta della classifica, ancor prima di giocare il recupero contro l’Atalanta, in programma mercoledì pomeriggio. Un’involuzione vertiginosa, quella della formazione partenopea, che esprimerà certamente il miglior gioco della Serie A ma conti in mano si ritrova oggi a inseguire in campionato e fuori da tutte le altre competizioni.

La Juve guarda in casa propria, e lavora a testa bassa

Sarà il cosiddetto stile Juve, o semplicemente una mentalità che pone solo in fondo alla stagione l’intenzione di fare bilanci, negli ambienti bianconeri si resta con i piedi saldamente per terra. Anche perchè, senza necessità di gufare sulle gare altrui, il lavoro finora ha dato i suoi frutti: nelle ultime quattro partite sono arrivati una finale di Coppa Italia, un accesso ai quarti di finale di Champions League e un primo posto in classifica che tra qualche giorno potrebbe consolidarsi ulteriormente. Niente male, insomma, se consideriamo la Juve squadra brutta, senza gioco e con poche prospettive (dicono i più critici), o semplicemente capolista e in piena bagarre su tutte le altre competizioni in attesa di giungere al pieno della condizione (diciamo noi).

Di chi è il merito della mentalità Juve

«Innanzitutto c’è da fare i complimenti ai ragazzi per quello che stanno facendo» direbbe Massimiliano Allegri, che come di consueto allontana da lui ogni merito, pur avendone tanti. «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta» disse Giampiero Boniperti, che quello lo stile Juve ha sempre saputo come trasmetterlo. «Chi lavora per la Juventus deve avere ben presente che noi gioiamo solo al raggiungimento dell’obiettivo finale, e quindi il risultato finale e quindi il trofeo, non la singola partita; la singola partita è una mentalità che non ci deve appartenere» ebbe a dire Andrea Agnelli, che la trasformazione positiva di questa Juve l’aveva promessa in tempi non sospetti, e ad oggi non ha deluso le aspettative.

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