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Allegri in conferenza: «Domani dovrà essere una festa»

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L’allenatore bianconero Max Allegri presiederà l’ultima conferenza stampa della stagione, alla vigilia di Juve-Verona

Dopo quella tenuta da Gigi Buffon e dal presidente Andrea Agnelli nella giornata di ieri, quest’oggi sarà ancora giorno di conferenza: alle 12, infatti, inizierà quella dell’allenatore della Juventus Max Allegri, il quale potrebbe toccare diversi temi, dall’addio del capitano al suo futuro.

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BUFFON DA AVVERSARIO – Domani per Gigi in particolare sarà una giornata storica perché dopo quasi 20 anni lascia la Juventus e quindi penseremo a festeggiare. Per il futuro saprà lui cosa fare: l’importante è che domani sia una giornata bella perché bisogna festeggiare il quarto scudetto e la quarta Coppa Italia.

CIFRE – C’è un’altissima percentuale sulla mia permanenza. La settimana prossima ci incontreremo con la società per pianificare i programmi: vogliamo rendere competitiva la Juve anche per l’anno prossimo. Ora però dobbiamo prepararci alla festa di domani: ci manca l’ultimo pezzettino, perché se riuscissimo a non subire gol saremmo la squadra che per più partite in una stagione non ha subito gol in tutta la storia dei campionati italiani. Sarebbe un traguardo importante soprattutto per Gigi che chiuderebbe al meglio la sua carriera alla Juventus.

BUFFON – E’ stato un uomo importante all’interno dello spogliatoio e lo è tuttora. Ho trovato un campione che vederlo allenare e parare è sempre un piacere: rende tutto facile quello che a volte per gli altri è difficile. E’ un campione e credo che sia il miglior portiere che mai sia esistito.

FINALE DI CHAMPIONS – La Juventus lotta per arrivare a marzo dentro tutti gli obiettivi e questo è il dna di una grande squadra: non essere competitivi nelle manifestazione abbassa gli stimoli. Una squadra come la nostra è abituata a giocare ogni tre giorni ed è giusto continuare a giocare ogni tre giorni: è stimolante essere dentro tutti gli obiettivi. Anche l’anno prossimo la Juve dovrà fare questo ma sarà sempre più difficile: bisognerà riazzerare tutto ed alzare ancora di più l’asticella.

RESOCONTO – Facendo il resoconto dei miei quattro anni, sono stati ognuno diversi dall’altro: il primo anno è stato della consapevolezza, vincemmo scudetto, Coppa Italia e arrivammo in finale di Champions. Il secondo anno siamo partiti al fondo della classifica e dopo di che c’è stata una rivolta incredibile: facemmo 25 vittorie su 26, vincemmo scudetto e Coppa Italia e venimmo eliminato a 30 secondi dalla fine contro il Bayern in Champions. Il terzo scudetto è stato quello della costanza, ma questo quarto scudetto è quello più bello perché abbiamo avuto un grande avversario come il Napoli a cui vanno fatti i complimenti perché ha fatto il record di punti della storia. Chi non fa i complimenti a questa Juve non ha rispetto del lavoro che i giocatori hanno svolto in questi anni: non si può mettere in discussione una squadra che ha vinto 4 scudetti, 4 coppa Italia ed ha giocato due finali.

FORMAZIONI – In quattro anni abbiamo cambiato tutte le formazioni del mondo. Su 57 il primo anno sono state cambiate 55 formazioni. Quest’anno invece abbiamo giocato 53 partite ed abbiamo cambiato 51 volte la formazione. Questo dimostra che la rosa è importante e che tutti hanno dato il proprio contributo. La squadra è forte ed ha voluto ottenere i risultati anche nei momenti di difficoltà: devo ringraziare tutti i giocatori che ho avuto.

GIOCATORI – Ci sono stati momenti di confronto con i giocatori durante l’anno. Ci sono dei giocatori in uscita come Lichtsteiner ed Asamoah che sono stati artefici di tante vittorie. Quelli che devono rimanere alla Juventus devono sapere che a luglio si riparte per fare un’altra annata importante.

RESTARE COMPETITIVI – Bisogna valutare con lucidità le cose da fare e anche le esigenze dei calciatori. L’importante è che la società sia alla base della programmazione della squadra: comunque alla Juventus arriveranno sempre grandi giocatori che hanno voglia di lavorare per vincere. Per arrivare a questo bisogna che ogni giocatore abbia queste caratteristiche: la Juve è uno degli otto club più importanti d’Europa, grazie ai risultati che i ragazzi hanno ottenuto in questi quattro anni. Tutto però passa dalla voglia, dal sacrificio e dal rimettersi in discussione: l’anno prossimo dovremo mettere da parte tutto quello che è stato fatto e ripartire.

MEDIA PUNTI – Credo che l’anno prossimo la media punti sia molto più bassa per vincere lo scudetto.

MERITI – Ciò di cui vado orgoglioso è che la squadra sia arrivata agli obiettivi e a vincere con me. Gli artefici della vittoria sono i ragazzi: io mi diverto molto anche nei momenti difficili. Anzi in quelli difficili mi diverto di più: riesco ad arrangiarmi nei momenti di maggiore confusione. Però con questi giocatori e con questa società alle spalle è più facile vincere. La cosa che mi fa un po’ sorridere da una parte ed arrabbiare dall’altra è che mettere in discussione quanto fatto dalla squadra in questi quattro anni significa non essere obiettivi: nello sport quando qualcuno arriva davanti bisogna soltanto complimentarsi e stringere la mano.

LAMENTELE – Dopo la partita contro il Napoli ero praticamente un inadeguato a fare l’allenatore perché avevamo perso. In quel momento tutti avevano dato lo scudetto al Napoli perché aveva un calendario migliore ed era in forte ascesa. Quella è stata la settimana più bella della stagione: abbiamo mantenuto il giusto equilibrio, convinti che loro un colpo l’avrebbero perso e l’hanno perso a Firenze.

MARCHISIO E HIGUAIN – Non ha senso parlare di mercato. Higuain ha fatto due gol decisivi: al San Paolo contro il Napoli in una partita dove noi rischiavamo di scivolare a meno 7 dalla vetta e poi a San Siro contro l’Inter ci ha dato lo slancio per lo scudetto. Quando si ha un reparto offensivo importante come la Juve può capitare finire in panchina: è successo anche a Dybala e Mandzukic, ma questo non vuol dire mettere in discussione gli attaccanti.

JUVE PIU’ BELLA E PIU’ FORTE – Ci sono stati dei momenti all’interno della stagione. Il primo anno la Juventus comandava di più il gioco ed era più padrona del campo; il secondo è stato una prova di tenacia ed era forza la squadra meno bella ma più solida. L’anno scorso la squadra vinceva ma si giocava male: ci bastava poco per vincere le partite. Poi ad un certo punto ho messo tutti i giocatori offensivi dentro e la squadra ha cambiato marcia. Quest’anno abbiamo giocato bene all’inizio anche se subivamo un po’ troppi gol: poi dopo di che ho cambiato perché credevo che la squadra avesse bisogno di un po’ più di solidità per arrivare fino in fondo. A me piace cambiare, è giusto sfruttare altre opportunità se ce ne sono.

PROSSIMO ANNO IL PIU’ RISCHIOSO? – Il primo anno sono arrivato che tutti la davano per finita. Bisogna trovare sempre stimoli per fare delle grandi annate: vincere aiuta a vincere, perché c’è sempre qualcuno che vorrebbe batterti, tu devi alzare l’asticella e fare un’altra annata straordinaria. L’importante è rimettersi in discussione.

CAMBIARE IDEA SULLA PERMANENZA – Non vedo elementi che possano farmi cambiare idea. Alla Juve sto bene e ho un ottimo rapporto con la società: è normale però che dobbiamo vederci e parlarne.

OFFERTE ESTERE – La prima a sapere se io ho le intenzioni di andare via è la società. Domani gustiamoci la festa, poi la prossima settimana ci incontreremo con la società e pianificheremo il prossimo anno.

CAMBIAMENTI TATTICI – Deciderò in base all’arrivo dei nuovi giocatori.

FORMAZIONE – Cuadrado e Bernardeschi non ci saranno. Giocherà Buffon in porta, Lichtsteiner, due tra Rugani, Barzagli e Benatia, Alex Sandro a sinistra. A centrocampo giocherà sicuramente Marchisio, due tra Pjanic, Sturaro e Bentancur: a rischio ci sono anche Khedira e Matuidi. Davanti potrebbero giocare Douglas Costa, Higuain e Dybala. Tra gli indisponibili ci saranno anche Howedes e Chiellini. Pinsoglio potrebbe entrare negli ultimi minuti.

STILE JUVE – Qui c’è passione e lavoro alla base dei successi della Juve. Questa è una cosa molto importante che staziona in questa società da 100 anni e che anche i giocatori si portano dietro.

GIOCATA PRINCIPALE DELL’ANNO – A Londra, c’è stato il salvataggio di Chiellini e Barzagli: la cattiveria con cui i ragazzi hanno aggredito quella situazione dimostra la voglia con cui giochiamo ed interpretiamo le partite. Gli episodi ce li siamo portati a favore in questo modo.

TUTTO DA PERDERE? – Io ho sempre da guadagnare, perché quando si riparte il raggiungimento di altri obiettivi è stimolante. Bisogna rovesciare tutte le cose in positivo: dopo il gol di Koulibaly, ad esempio, abbiamo lavorato tutta la settimana con la convinzione che loro un colpo l’avrebbero sbagliato, anziché pensare di dover affrontare la difficile trasferta di San Siro.

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