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Vlahovic, la crisi da gol non preoccupa Allegri. Ma i numeri dicono il contrario

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Dusan Vlahovic continua a non fare male sotto porta, ma per Allegri, almeno al momento, non è motivo di preoccupazione

Continua il momento no a livello realizzativo per Dusan Vlahovic, a secco anche ieri sera allo Stadium nella semifinale di Coppa Italia contro l’Inter. Una prestazione sicuramente non all’altezza quella fornita dal serbo, finito ingabbiato nella difesa nerazzurra che non gli ha permesso di respirare e giocare al meglio quei pochi palloni che gli sono arrivati. Un nuovo passo indietro rispetto alla gara di San Siro proprio contro gli interisti in cui, anche senza mettere il suo zampino sul tabellino dei marcatori, il numero 9 aveva comunque dato una grossa mano. Ma proprio la mancanza di gol è un problema che, comunque, sembra non toccare minimamente Massimiliano Allegri in questo momento: «Mi aspetto tanto da tutti, non mi importa se segna Vlahovic o un altro. Dusan è cresciuto, a Milano ha fatto una grande partita e sono contento dopo il suo lungo periodo di inattività».

Ma in fin dei conti, dopo l’ingente investimento del gennaio 2022, questo non può non rappresentare un problema, visti gli appena 11 gol di questa stagione dell’ex viola, che ha medie realizzative peggiori anche dei più criticati compagni Kean (il migliore con una rete ogni 156 minuti) e Milik (una ogni 174), arrivando a gonfiare la rete una volta superati i 200 minuti. L’ultima rete è datata 16 marzo su rigore, mentre per ritrovare l’ultima su azione bisogna tornare esattamente a un mese prima, al pareggio con il Nantes (in Serie A al 3-0 di Salerno di inizio febbraio). Statistiche sicuramente non da centravanti di un top club, ma a sua difesa si può parlare di un gioco della Juve che sicuramente non è adatto ad esaltarlo, se è vero che gli unici palloni buoni gli possono arrivare da Di Maria (o Chiesa) alle sue spalle e da Kostic su cross, ma il colpo di testa non è sicuramente la specialità della casa. Alla fine dei conti è necessario che Dusan aiuti Allegri ad aiutarlo, ma anche il tecnico è ora chiamato a risollevare il suo attaccante.

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