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Vlahovic rilancia la Fiorentina e raggiunge Kean e Kulusevski

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Prandelli si coccola il talentino serbo che schianta il Benevento e rilancia le ambizioni stagionali viola. Ora Commisso deve blindarlo

Preciso e precoce. Ha fatto benissimo Pioli a lanciarlo in prima squadra dalla Primavera, così come Prandelli a continuare a scommettere sul classe 2000 Vlahovic, che dopo un avvio in salita ha iniziato a fare la differenza come pochi. Anzi pochissimi: è uno dei quattro giocatori nati negli anni 2000 in doppia cifra nei cinque maggiori campionati europei, insieme a Erling Haaland, Moise Kean e Amine Gouiri(dati Opta). A 21 anni compiuti ha preso in mano il destino della Fiorentina, rilanciando classifica e ambizioni stagionali dopo un avvio di campionato più complicato del previsto. E’ il secondo 2000 ad andare in doppia cifra in Serie A, dopo Kulusevski l’anno scorso, ma chi lo conosce bene non si stupisce.

E’ nato per fare gol da quando inseguiva i palloni nelle strade di Belgrado o infilava gol a raffica al Partizan. Intuizione di Corvino, ha trovato l’ambiente ideale a Firenze: competitivo ma senza le pressioni delle grandi piazze, ideale per crescere e maturare, senza fretta. La tripletta in 45 minuti (l’ultimo a riuscirci Hamrin nel 1964) che stende il Benevento è il sigillo di fuoco in uno scontro diretto che significa un altro piccolo passo verso la salvezza, firmato Vlahovic. Normale che a quell’età, certe statistiche attirino le attenzioni delle big. Ma Commisso non ha alcuna intenzione di cederlo ed è pronto a blindarlo con un rinnovo scaccia tentazioni. Prandelli ha deciso di puntare di lui a inizio stagione, sacrificando gli altri attaccanti, e Dusan ha risposto con i gol. E con una battuta, dopo il Benevento: «Per fortuna mi sono preso al Fantacalcio…».

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