Zhegrova Juventus, come mai il kosovaro continua a giocare così poco? La verità dalla Continassa: cosa c’è dietro questo suo impiego centellinato

Zhegrova Juventus, il Corriere svela i motivi delle panchine: la condizione non è al top, ma il tecnico lo aspetta per togliere peso dalle spalle di Yildiz

Tra le pieghe della sconfitta di Napoli e le preoccupazioni per l’emergenza infortuni, c’è un interrogativo che serpeggia tra i tifosi della Juventus: che fine ha fatto Edon Zhegrova? L’esterno kosovaro, arrivato con l’etichetta di giocatore capace di spaccare le partite con il suo dribbling, sta trovando uno spazio decisamente ridotto nelle rotazioni di Luciano Spalletti. Anche al ‘Maradona’, in una serata in cui la squadra faticava a creare pericoli e ad accendere la luce, il suo impiego è stato limitato agli scampoli finali (dove pure ha mostrato qualche guizzo).

Secondo l’analisi del Corriere dello Sport, la motivazione di questo scarso utilizzo non è di natura tecnica o disciplinare, ma puramente atletica. La risposta alla domanda “perché gioca così poco?” risiede nel fatto che il giocatore probabilmente non è ancora al massimo della condizione. Il lungo periodo di inattività vissuto prima dell’approdo a Torino e un adattamento ai carichi di lavoro della Serie A più lento del previsto stanno frenando la sua ascesa nell’undici titolare. Spalletti, noto per pretendere un’intensità elevata in entrambe le fasi, non lo ritiene ancora pronto per garantire i novanta minuti o per reggere l’urto fisico di match ad alto ritmo dall’inizio.

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Tuttavia, questo non significa che l’allenatore non creda in lui. Anzi, la speranza dello staff tecnico è quella di recuperarlo totalmente al più presto. Il piano di Spalletti è chiaro e nasce da un’esigenza tattica diventata impellente dopo il ko di Napoli: la squadra dipende troppo dalle giocate di Kenan Yildiz. Il turco, da solo, non può reggere l’intera baracca offensiva, specialmente ora che manca il riferimento di Vlahovic.

L’obiettivo della Vecchia Signora è avere uno Zhegrova al 100% per sgravare un po’ dalle spalle di Yildiz tutto il peso dell’attacco. Se il kosovaro riuscirà a trovare la forma migliore, diventerà l’alter ego perfetto sulla fascia opposta, costringendo le difese avversarie a non concentrarsi solo sul numero 10 e offrendo a David e Openda un’altra fonte di rifornimento. La partita di Champions contro il Pafos potrebbe essere un nuovo banco di prova per testare i suoi progressi.