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5 motivi per cui Allegri è meglio di Sarri

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L’attesa sta per finire: venerdì sarà tempo di Napoli-Juventus. Il San Paolo, oltre che teatro del match, sarà anche cornice della sfida tra due degli allenatori migliori in circolazione. Noi proviamo a spiegarvi perché Allegri è meglio di Sarri

Il Gran Galà e l’Associazione Italiana Calciatori hanno espresso il proprio verdetto. Maurizio Sarri, almeno nella stagione 2016-2017, è stato il miglior tecnico del calcio italiano. Ci permettiamo, con tutto il rispetto, di dissentire. A soli tre giorni dalla super partita del San Paolo proviamo a spiegarvi perché Allegri ed allegrismo sono meglio di Sarri e sarrismo. In 5 motivi.

  1. RISULTATI – Pare banale, forse lo è. Nel calcio, comunque, a contare sono i fatti. “Vincere è l’unica cosa che conta” vi dice qualcosa? Questo il palmares di Massimiliano Allegri: 4 Scudetti, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, 2 finali di Champions League. Questo, invece, il palmares di Maurizio Sarri: 1 Campionato di Eccellenza, 1 Coppa Serie D. Trovate le differenze. Stando meramente ai risultati ottenuti sul campo, il paragone non esiste neanche.
  2. STILE – Il discorso diviene più sottile ma non per questo meno significativo. L’eleganza e l’aplomb del professionista Allegri sono qualità sconosciute a Maurizio Sarri. E no, non stiamo parlando solo del modo di vestire. Si tratta piuttosto di uno stile comportamentale e comunicativo che, nel corso della carriera ha sempre caratterizzato intimamente Max, maestro di sportività. Di certo non si può affermare lo stesso di Sarri, la cui condotta in campo e in sala stampa è stata spesso rivedibile. La lite con Mancini vi ricorda qualcosa? Osiamo troppo usando il termine “arrogante”?
  3. POLIEDRICITA’ – Eccoci al dunque. In molti, addetti ai lavori e non, si prodigano spesso in lunghi elogi nei confronti del “bel gioco” partenopeo. Un gioco sicuramente spettacolare ed efficace ma, ad occhi attenti, estremamente standardizzato nel modulo, negli interpreti, nella varietà di giocate e movimenti. Vi è mai capitato di pensare “Insigne segna sempre nello stesso modo” oppure “Callejon fa sempre lo stesso movimento“? Ecco, appunto. I bianconeri di Allegri, invece, fanno dell’imprevedibilità, specie in questa stagione, il loro autentico marchio di fabbrica, impresso col fuoco da Max Allegri.
  4. PRAGMATISMO – Allegri sa, sempre, cosa serve alla sua squadra in qualsiasi momento della stagione. È un allenatore in grado di risolvere qualsiasi problema in tempi brevi e col materiale a propria disposizione, anche a gara in corso. L’allenatore partenopeo, da parte sua, fa una fatica enorme a prescindere dai suoi “titolarissimi”, perdendosi, talvolta, nei meandri di un perfezionismo e di un estetismo estremizzati. L’infortunio di Ghoulam, per esempio, è coinciso con un netto calo di prestazioni della banda azzurra a cui Sarri non ha saputo porre immediato rimedio. E non è per nulla un caso.
  5. GESTIONE – Gli allenatori, di questi tempi, sono prima di tutto gestori di spogliatoi. Per ottenere il massimo rendimento da un gruppo di calciatori occorre avere sì polso, ma anche tanta sensibilità. L’aspetto psicologico e mentale è alla base di un progetto vincente e questo, Allegri, lo sa benissimo. Il proverbiale “metodo bastone e carota” ha permesso a Max di rivitalizzare l’assopito Higuain o l’oggetto misterioso De Sciglio. Stesso discorso per i vari Douglas Costa, Bernardeschi, Bentancur punzecchiati o incensati nei vari momenti della stagione. E Sarri? I nuovi acquisti continuano a scaldare la panchina (l’elenco è infinito), mentre Hamsik (fuoriclasse assoluto) continua ad annegare nella sua feroce involuzione.

Questo è quanto: cinque punti che, ai nostri occhi, rendono Massimiliano Allegri un tecnico migliore di Maurizio Sarri. Poi ci sarà la partitissima di venerdì e il suo verdetto che, in un caso o nell’altro, dovrà essere accettato. Ma la Juventus, al San Paolo, avrà dalla sua un grande condottiero. Statene certi, siete in buone mani.

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