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Buffon a “Che tempo che fa”: «Futuro? Parlerò con Agnelli. Anche Superman è fragile»

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Il portiere della Juventus nel giorno del suo 40esimo compleanno è ospite della nota trasmissione di Fazio. Ecco le principali dichiarazioni di Buffon a “Che tempo che fa”

Ospite specialissimo a “Che tempo che fa“, Gianluigi Buffon, nel giorno del suo 40esimo compleanno, è stato intervistato da Fabio Fazio. Il portiere della Nazionale ha risposto a numerose domande tra passato e futuro. Futuro che, a fine stagione, potrebbe anche assumere i contorni del ritiro dal calcio giocato: «È l’ultimo dei problemi – spiega Gigi –  incontrerò Andrea Agnelli presto e voglio soltanto che sia fatta la scelta migliore. Il presidente mi vuole molto bene: faremo la scelta più congrua alla mia età e al mio ruolo futuro».

Anche se la voglia di continuare sarebbe tantissima. Ma non per i numeri, non per i record. Come quello delle presenze in Serie A (647) di Paolo Maldini. Buffon è fermo a 629 e quindi impossibilitato a raggiungerlo in questa stagione. Ma non è un dramma: «Non bisogna forzare le cose e bisogna anche sapersi accontentare: ho fatto tanti record e se quello rimanesse a Paolo, sarei felice per lui, se lo merita». Anche se Maldini farebbe pure il tifo per Gigi: «Credo alla sincerità del suo augurio: dico solo che le cose devono andare fluide altrimenti è meglio fare un passo indietro e sapersi accontentare, tanto ho già avuto molto dalla vita».

Poi è tempo di bilanci di una carriera straordinaria. Fatta di tantissime gioie e di pochi rimpianti anche se ci sono due partite che… Così Buffon: «È stata la vita più bella che potessi fare. Lo sport aiuta a non prendere una via sbagliata. Mi piacerebbe rigiocare due partite: Juventus-Real, finale di Champions, e Italia-Spagna, finale degli Europei. Perché? Sono le uniche dove non abbiamo messo in campo le caratteristiche della Juve e dell’Italia». Infine una rapidissima battuta sulla delusione dell’eliminazione dal Mondiale: «Qualche volta fa piacere ricevere pacche sulla spalla in un momento difficile. Dietro a quest’immagine di superman può esserci sempre fragilità».
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