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Calcio femminile verso il professionismo: cosa manca al traguardo

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Il calcio femminile fa grandi passi in avanti verso il professionismo, ma il traguardo non è ancora realtà: ecco cosa manca

La spinta data dal Mondiale al calcio femminile italiano è pesante e importantissima. Dopo l’attenzione mediatica suscitata dalla competizione, l’opinione pubblica ha richiesto a gran voce il professionismo anche in ambito femminile.

Passi in avanti sono stati fatti, soprattutto dopo l’approvazione da parte della Commissione Bilancio al Senato di un emendamento che agevola società e federazioni nel passaggio al professionismo. La proposta del senatore del Pd Nannicini è il primo passo verso un traguardo che però non è ancora realtà.

L’emendamento prevede l’esonero contributivo per tre anni per le società che proporranno alle atlete contratti da professioniste. A decidere di fare l’ultimo passo verso il professionismo dovranno però essere le singole Federazioni.

Dopo i primi tre anni di esonero, infatti, le spese aggiuntive ci saranno: di pari passo con i diritti delle atlete dovranno dunque aumentare la qualità, la visibilità, i risultati e così via. La palla, dunque, passa in mano alle Federazioni. Il 2020 potrebbe essere un anno decisivo sotto questo aspetto: le giocatrici e le società parleranno infatti con la Figc, cercando di trovare la via migliore affinché anche questo traguardo sia presto raggiunto dal calcio femminile italiano.

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