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Il gioco sporco dei biglietti

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Il legale della Juventus Luigi Chiappero è stato ascoltato in Commissione Antimafia. Dall’inchiesta Alto Piemonte della Procura di Torino è emerso un vero e proprio patto: biglietti in cambio di «pace in curva»

Nessuno vuole negare l’evidenza e quanto emerso dalle indagini portate avanti dalla Procura di Torino, ovviamente fino a prova contraria e a sentenza definitiva. Resta una faccenda brutta che mette in evidenza le strane e forse “obbligate” relazioni all’interno dei club di calcio. Nel confronto tra il legale della Juventus e la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi è emerso uno scenario inquietante: un ex capo ultrà avrebbe messo in contatto un malavitoso con la dirigenza Juve. Questi i fatti ai quali va  aggiunta doverosamente una considerazione. Toccando le sfere delicate del mondo del pallone, è curioso registrare che determinate indagini, quelle più sporche, sul doping come sulla gestione dei rapporti tra club e tifosi per la vendita dei biglietti passino sempre solo da Torino.  E sempre prima che nel resto d’Italia e di quelle piazze dove certi reati sono più all’ordine del giorno o dove i tifosi decidono per i prefetti o dove magari ci si impasticca per bastonare meglio i tifosi ospiti. In queste piazze le società non ne sanno nulla e quei “tifosi” i biglietti li vanno certamente a comprare facendo ordinatamente la fila e mostrando il proprio documento non scaduto. I cattivi, i malavitosi sono solo a Torino. Curioso. E anche su questo la presidente Bindi dovrebbe interrogarsi per cercare di abbattere il fenomeno. A Torino, Roma, Napoli, Milano, Palermo, Crotone e Pescara. In rigoroso ordine di classifica. Anche se probabilmente converrebbe, almeno in questa faccenda, approfondire contemporaneamente prima di dare in pasto ai media sempre e solo la Juventus.

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