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Montero rivela: «Dopo quel momento, le persone mi guardarono in modo diverso»

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Paolo Montero, ex difensore della Juve, ha rilasciato un’intervista, raccontando alcuni momenti importanti della sua carriera

Paolo Montero, ex difensore della Juve, ha rilasciato un’intervista a Sportweek. Di seguito riportate le sue dichiarazioni.

DA GIOCATORE – «In campo ho sempre cercato di dare il massimo. In maniera corretta o scorretta. È questo il mio modo di interpretare calcio. Oggi si parla tanto di fair play: è solo ipocrisia. Io voglio essere corretto nella vita, nel calcio devo vincere. Se no, vado a giocare a carte».

COMPAGNI – «Uscivo sempre con Mark Iuliano, forse perché eravamo gli scapoli del gruppo. Lui, Vieri, Amoruso e Falcioni. Vieri era timido con tutti tranne quando stava in mezzo a noi. Poi, dopo l’incidente di Pessotto, la mia immagine pubblica cambiò. Gli rimasi seduto accanto in ospedale per due settimane mentre era in coma, quando guarì venne a trovarmi in Uruguay per abbracciarmi. Le persone presero a guardarmi in modo diverso, più benevolo».

LIPPI – «Grazie a lui oggi la mia famiglia vive bene. Con i giocatori devi essere sincero, perché ti fanno la radiografia al primo sguardo. Capiscono chi sei, se falso o sincero, da un’occhiata, da come stai seduto».

ALLA JUVE – «Del Piero? Grande uomo. Purtroppo non poteva uscire di casa. Una sola volta è venuto con noi al ristorante: dopo un po’ dovette andar via. Buffon? Era un bambino di 190 centimetri, sempre sorridente e allegro. Ispira simpatia. Ferrara? Con lui dividevo la camera in ritiro, il problema è quando attaccava a parlare in napoletano: non si capiva niente. Quando arrivai a Torino fu lui a ricevermi, assieme a Peruzzi».

INTER – «Contro la Juve, a luglio, Conte ha lanciato messaggi importanti. Se ad Antonio prendono i giocatori che chiede, sarà una rivale tosta. Conte è stato un leader da giocatore e un vincente da allenatore».

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