News

Numeri, lacune e punti di forza del Porto

Pubblicato

su

A poche ore dal calcio d’inizio del match analizziamo i punti di forza, le debolezze e i dati che un team come il Porto ha generato fino a questo punto della stagione tra Champions e campionato

Una compagine ostica e solida il Porto, questo è fuor di dubbio, e quando si giunge agli ottavi di Champions, sfreccia inesorabile il momento della verità: bisogna saper abbattere l’ostacolo o si torna a casa. Questo la Juventus lo sa bene e non può certamente permetterselo, vista l’intenzione di arrivare in fondo alla competizione europea. I numeri dei lusitani sono importanti e diventano significativi in Champions e come la Vecchia Signora, anche il Porto sta nelle alte sfere della classifica nel proprio paese, seconda alle spalle del Benfica, e si è sbarazzata con un poker di reti del Tondela nell’ultimo turno, cosiccome è accaduto alla Juve contro il Palermo. Nel massimo torneo continentale la squadra guidata da Nuno Espírito Santo sfoggia cifre di grande spessore e consistenza, ha messo a segno 9 reti subendone 3, la Juve rispettivamente 11 e 2, ha una percentuale maggiore di tocchi di palla nella metà campo avversaria, 51% a 50%, ha una media di verticalizzazioni del gioco superiore alla Vecchia Signora (186 a 179) e un tasso di giocate utili nell’area avversaria superiore a Pjanic e compagni (21,8 a 19). I biancoblù di Oporto tirano verso la porta quanto la Juventus, mentre subiscono meno conclusioni di quante ne riceva Buffon e recuperano parecchie palle in più (68 a 57,5 punti percentuale), mentre i contrasti e i palloni intercettati sono appannaggio delle maglie bianconere.

Certo, parliamo solo di numeri e statistiche, ormai divenuti voci fondamentali nei match analysis che ogni club osserva meticolosamente, ma le cifre stanno a testimoniare la forza e la compattezza dei portoghesi, che da sempre hanno peculiarità classiche di palleggio e trame fitte, fatte di ragnatele di passaggi a centrocampo, ovvero la zona nevralgica del terreno di gioco, che denota e certifica l’atteggiamento di una squadra. La Juventus non deve certo farsi condizionare da tutto ciò, sarà assai importante invece l’approccio al match e il saper osare, con coraggio, nei confronti di avversari che nel proprio Estadio do Dragão, metabolizzano la carica impetuosa proveniente dagli spalti e attaccano con grande energia. I primi venti minuti, mezz’ora del match, saranno fondamentali in casa Juve, per dettare tempi e modalità di contro-aggressione, senza farsi schiacciare ed uscire dal primo pressing. Il modulo dei portoghesi è speculare a quello juventino, un 4-2-3-1 plasmato dal suo allenatore, che può giocare anche con il 4-3-3, ciò si traduce in una squadra non certo di stampo difensivo che potrebbe lasciare spazi alle ripartenze fulminee dei vari Cuadrado, Dybala e Higuain. Il vero punto debole del Porto sono i lenti e macchinosi centrali difensivi, che spesso vanno in difficoltà quando la linea si alza e aumentano i metri di campo alle loro spalle da coprire, inutile aggiungere che anche qui gli avanti bianconeri scattanti e sguscianti potrebbero trovare varchi e spazi ove inserirsi e fare danni ingenti. L’esperienza non fa difetto ai lusitani, basti pensare che i Dragoni giocano nella massima competizione europea ininterrottamente dal 2003-2004, anno dell’exploit targato Josè Mourinho, capace di portare il club in trionfo sul tetto d’Europa.

Ma i precedenti tra Juventus e Porto premiano abbondantemente i colori italiani, partendo dalla magica finale di Coppa delle Coppe del 16 maggio 1984 al Sankt Jakob Park di Basilea, vinta dai bianconeri per 2-1 (Vignola-Sousa-Boniek) che assegnò il titolo a Madama, le sfide sorridono alla Juventus che ha affrontato gli avversari solo altre due volte e non ha mai perso. Gli altri scontri risalgono alla stagione 2001/02 quando le squadre si affrontarono nella fase a gironi di Champions. La Juventus vinse il match casalingo per 3-1 con reti di Del Piero, Montero e Trezeguet, mentre la partita giocata in Portogallo terminò 0-0. In totale, cinque gol fatti e due subiti in tre partite terminate con due vittorie e un pari, ecco lo score stra-positivo della Juventus contro il Porto. Ultima curiosità, i bianconeri ritroveranno una vecchia conoscenza, quel Rui Barros che militò nella Juve nel biennio 88-90, oggi allenatore in seconda di Espirito Santo. La Juve è una compagine sulla carta superiore al avversario, starà a Massimiliano Allegri e ai suoi uomini far sì che le previsioni vengano rispettate sul prato verde. Senza timore, senza paure, ma con equilibrio, entusiasmo, e voglia di portare a casa un parziale importante.

 

Exit mobile version