Juventus Women
Gama carica le azzurre: «Guardateci, imparate a conoscerci e fidatevi di noi»

Sara Gama, capitana della Juventus Women e della Nazionale, ha parlato dei progressi del calcio femminile in vista dei Mondiali
Sara Gama, capitana della Juventus Women e della Nazionale, si è concessa in una lunga intervista al Corriere della Sera. Il difensore bianconero ha parlato della grande crescita del movimento calcistico femminile italiano e dell’importanza di questi Mondiali.
IDOLI – «Da piccola nessun Idolo nè poster in cameretta. Tifavo Juve e mi son sempre piaciuti i giocatori che danno tutto sul campo. Oggi sono curiosa, Mi piace chi ha sostanza, chi ha qualcosa da dire».
PIONIERE – «Dopo 20 anni di assenza dal mondiale, finalmente si va in campo. Se le bambine ci vedono in TV, possono imitarci. Per loro siamo pioniere».
CR7 – «Cristiano l’ho visto solo alla festa di Natale e allo Stadium per quella Scudetto. Ronaldo è un modello di comportamento per tutte noi, un ragazzo normalissimo che non chiede alcun trattamento preferenziale».
MOVIMENTO CALCISTICO ITALIANO – «Stiamo crescendo, il gap con USA, Germania e Giappone piano piano si riduce. Punteremo sulle nostre caratteristiche: tattica e tecnica. Fisicamente siamo cambiate da quando ci alleniamo in club come Juve, Milan, Roma e Fiorentina, che ci mettono a disposizione strutture all’altezza».
PROFESSIONISMO – «Di fatto siamo professioniste, basterebbe una delibera del Consiglio della FIGC. Qualche anno fa, quando il campionato era giocato da società dilettantistiche, avrebbe voluto dire ammazzare il movimento. Oggi, con l’entrata dei club maschili di Serie A, la realtà del calcio donne in Italia è diverso, ma il professionismo avrebbe comunque un grosso impatto sul sistema calcio, non è facile: nessuno vuole spendere il doppio per le calciatrici, la delibera dovrà essere associata a grossi sgravi per il lavoro femminile. La legge ’91 dell’81 è una legge fatta in fretta e furia, non più al passo con i tempi. Inadeguata a prescindere dalla questione di genere».
MONDIALE – «Mi aspetto stadi pieni e grande fibrillazione per un calcio in forte crescita. Sarà il Mondiale del salto di qualità, l’evoluzione impatterà sia l’aspetto tecnico sia quello fisico. Il Mondiale è l’occasione per approcciarsi al nostro calcio con mente aperta, non ci si può aspettare la stessa fisicità degli uomini. A me sembra che la gente si stia appassionando, gli ascolti del campionato lo dimostrano. Non faccio promesse, dico solo: guardateci, imparate a conoscerci e fidatevi di noi».
