News
I protagonisti del quinquennio d’oro della Juventus

C’è una squadra, nel calcio italiano, che, lei sola, fa sognare ben 8 milioni di tifosi in tutto il paese, una squadra che ha inanellato una serie di successi a livello nazionale e internazionale, tali da diventare, almeno per un certo periodo, tra le più forti a livello globale: è la Juventus, che ha totalizzato 36 scudetti, 15 Coppe Italia, 9 Supercoppe italiane, 3 Coppe UEFA e 1 Coppa Intertoto UEFA, per citare solamente i record italiani.
La Juve ha conquistato il titolo informale di più forte squadra della Serie A durante il cosiddetto quinquennio d’oro, quando i bianconeri vinsero cinque Campionati l’uno dopo l’altro.
Carcano in panchina e gli oriundi argentini
La prima di queste stagioni d’oro è quella del 1930-31. I primissimi decenni del XX secolo sono gli anni del Genoa e della Pro Vercelli, rispettivamente nove e sette scudetti ciascuno, ma la Juve non è nuova ai successi e ha già all’attivo due scudetti.
Alla presidenza c’è Edoardo Agnelli, che riveste l’incarico dal 1923, mentre in panchina arriva il giovane Carlo Carcano.
In campo, le pedine vincenti sono i due oriundi argentini Renato Cesarini, mezzala, e Raimundo “Mumo” Orsi, ala sinistra, e il centrocampista Giovanni Ferrari, regista della squadra; da qui, le palle vincenti arrivano tra i piedi di Cevenini, Munerati e soprattutto del goleador Vecchina: le sue 16 reti sono fondamentali per la vittoria del terzo scudetto bianconero.
L’armadio a due ante Luisito Monti
Luisito Monti è l’ennesimo oriundo argentino che arriva in forze alla Juventus. È sul suo inserimento in rosa e su quello di Luigi Bertolini (è stato Ferrari, che aveva giocato con lui nell’Alessandria, a raccomandarlo al mister), che Carcano costruisce la conquista del secondo scudetto di fila, quello del 1931-32.
“Doble ancho”, armadio a due ante, è il soprannome con cui è noto Monti oltre oceano; quando sbarca a Torino, il soprannome sembra proprio azzeccato: in sovrappeso e non più giovane, non sembra essere il miglior acquisto che Agnelli e Carcano potessero fare, ed invece … nel giro di poco, Monti perde 20 kg e diventa, grazie alla sua fisicità e alla sua tecnica, un perno imprescindibile a centrocampo. E non si tratta di un caso, se è vero che nel 1934 entrerà nella rosa azzurra e vincerà il mondiale giocato proprio in Italia.
Ma quello della Juve è un gioco di squadra; lo dimostrano i marcatori: Orsi 19 reti, Ferrari 17, Vecchina 15 e Munerati 14.
I gol di Borel II
Il campionato successivo è quello in cui emerge un figlio d’arte: Felice Placido Borel è figlio di Ernesto Borel, il quale oltre ad essere stato attaccante come il figlio, aveva vestito anch’egli la maglia bianconera.
Borel II vive la propria esplosione calcistica proprio nei suoi primissimi anni con la Juventus: sarà capocannoniere del campionato 1932-33 con 29 reti in 28 partite e del successivo con 32 reti.
Anche questa volta, però, non si tratta di un gioco individuale e a dimostrarlo sono, ancora una volta, i numeri: 83 reti segnate e 23 subite significano un’ottima difesa, un grande attacco e un centrocampo solido!
Quello che per la Juve è il terzo scudetto consecutivo è da ricordare anche per il distacco inflitto alla rivale Ambrosiana, giunta seconda ad otto lunghezze di distanza!
Giovani e meno giovani
Il quarto scudetto del quinquennio d’oro potrebbe essere la dimostrazione pratica del refrain “squadra che vince non si cambia”: Combi in porta (indossa i guanti a Torino da tredici anni), Monti, Rosetta, Caligaris e Orsi sono i diversamente giovani della Juventus del 1933-34. Con loro, giocano Borel II, ovviamente, che sarà di nuovo capo cannoniere del campionato (32 gol in 34 giornate), Ferrari, Varglien, Bertolini, …
Anche se la Juve parte bene, l’Ambrosiana riesce a stare sempre un passo avanti in classifica, almeno fino a metà del campionato. Il sorpasso dei bianconeri sui nerazzurri arriverà solo a quattro giornate dalla fine.
Ma quell’anno arriva un’altra grande soddisfazione juventina: ben nove convocati bianconeri per i mondiali italiani.
Nell’attesa che possa ricapitare, per ora i tifosi bianconeri puntano sulla vittoria della loro squadra in campionato sui siti dei bookmakers internazionali.
Il caso Carcano e l’ennesimo smacco all’Ambrosiana
L’ultimo scudetto del quinquennio è legato sia alla sfida fino all’ultima giornata con l’Ambrosiana, sia ad uno scandalo negli spogliatoi, che costringe il presidente Agnelli ad intervenire per risolvere il caso Carcano: a dicembre, il mister, accusato di omosessualità (siamo nel pieno del ventennio fascista), viene sostituito con Carlo Bigatto.
Non è un campionato semplice, per una squadra che inizia ad essere sempre meno giovane: i soli nuovi acquisti sono Valinasso in porta, Foni e Depretini in difesa e Serantoni a centrocampo.
Ma, in casa bianconera, l’esperienza e la voglia di migliorare il record di scudetti, fa sì che bianconeri e nerazzurri siano entrambe a 42 punti al momento di giocare l’ultima giornata. Il campo fa il resto: mentre l’Ambrosiana perde contro la Lazio all’Olimpico, Ferrari segna a Firenze la rete che vale il quinto scudetto di fila.
