Hanno Detto
Conferenza stampa David Juve: «Ecco perché ho scelto questo club. Voglio diventare uno dei migliori attaccanti al mondo. Scudetto? Ogni stagione può essere quella buona»

Conferenza stampa David Juve: la presentazione del nuovo attaccante bianconero, arrivato a parametro zero dal Lille. Le sue dichiarazioni
(inviato all’Allianz Stadium) – Alla scoperta del primo volto nuovo del calciomercato Juve 2025/26. Conferenza stampa di presentazione di Jonathan David, arrivato a parametro zero dal Lille e dunque neo attaccante bianconero.
Quest’oggi, mercoledì 30 luglio, il canadese ha parlato davanti ai media per raccontarsi a 360°. Juventusnews24 ha seguito LIVE le sue parole.
PRIME EMOZIONI – «È una grande emozione essere in una squadra come la Juventus. La prima settimana è andata molto bene, i miei compagni mi hanno aiutato molto quindi fino ad ora tutto bene».
SCELTA DELLA JUVE – «Abbiamo avuto degli scambi con il management. Per me è stato molto importante, ho parlato anche coi compagni. C’era un grande interesse per me nel venire verso la Juventus perché è un grande club».
TUDOR – «La conversazione col mister è stata molto positiva. Sono nuovo, mi ha chiesto quali erano le mie aspettative e quali sono le sue aspettative come prima punta. Io prendo molta iniziativa, il mio lavoro è fare gol e quindi abbiamo parlato molto di questo».
FARE PIU’ DI 25 GOL – «Ho cercato di dare continuità negli ultimi anni. La Serie A è molto diversa, più tattica e più difensiva. Ci sono sfide per tutti».
MODELLI DELLA JUVE DEL PASSATO – «La Juve ha avuto tantissimi giocatori che sono delle leggende. Cristiano, Dybala, Del Piero, Trezeguet, tantissimi, non riesco neanche a nominarli tutti».
PERCHE’ HA SCELTO LA SERIE A – «Tutti i campionati hanno le loro sfide e scegliendo la Juventus mi son ritrovato in Serie A».
SCEGLIERE IL CALCIO IN CANADA – «Ho iniziato a giocare a calcio perché ovviamente mio papà giocava a calcio, era un po’ la prima cosa che facevo sempre. Ad Haiti tutti giocano a calcio, c’erano altri sport in Canada ma io ho iniziato così e volevo diventare professionista».
IDOLO DA BAMBINO – «Avevo parecchi idoli da bambino. Drogba, Eto’o, diversi tra loro ma mi piacevano molto come stile. Ora ce ne sono di molto bravi».
CULTURA DEL LAVORO – «Tutti avevamo una grande ambizione, molti si fermavano a giocare. Il mio lavoro e il mio successo non è dovuto solo a questo. Credo molto, sono religioso, per diventare professionista ci vogliono impegno e fede».
NUMERO DI MAGLIA – «Ho scelto il numero 30, per me era importante perché è il compleanno di mio padre. È un bel messaggio da far passare».
SCUDETTO – «Ogni stagione può essere quella buona. Il campionato è molto difficile ma bisogna avere l’ambizione di arrivare fino in fondo. Nulla cambia».
ICEMAN – «Il soprannome funzionava bene. Io sono molto freddo e questa freddezza mi aiuterà quando il gioco richiederà pressione. Bisogna rimanere freddi, focalizzati e anche nell’ultimo passaggio sarà utile».
RUOLO CON TUDOR – «Abbiamo già lavorato sulla tattica. Dipenderà dal mister ma ora stiamo lavorando con marcatore e attaccante prima punta».
ESSERE TITOLARE – «Non c’è mai la garanzia di essere titolari dall’inizio. Bisogna giocare, fare il proprio lavoro, non mi aspetto di essere titolare ogni volta ma farò del mio meglio».
COMPETITIVO – «Io sono molto competitivo, come tutti i marcatori amo fare gol. Questo gioco è così, le due cose vanno insieme».
ALLA JUVE PER VINCERE IL PALLONE D’ORO IN FUTURO- «Non rischio a parlare ancora di Pallone d’Oro. Ho scelto questo club perché ha grandi ambizioni, anche io le ho. Voglio lavorare il più possibile per la squadra e diventare uno dei migliori marcatori al mondo. Le due cose vanno di pari passo».
PRONTO PSICOLOGICAMENTE PER LA JUVE – «Sì, penso di esserlo. Sono qui per questo. So le richieste del club e sono pronto a rispettarle».
