Condò sicuro: «Juve colpita da stress post-traumatico»
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Condò sicuro: «Juve colpita da stress post-traumatico, a Verona poteva andare anche peggio. A centrocampo c’è un dilemma»

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Condò analizza il momento della Juve: il pari col Verona è figlio del 4-4 col Dortmund, mentre Koopmeiners è un caso da risolvere

Un’analisi lucida, che va oltre il semplice risultato e scava nelle pieghe psicologiche e tattiche del momento vissuto dalla Juventus. Sulle pagine del Corriere della Sera, la prestigiosa firma di Paolo Condò ha fatto il punto sulla squadra di Igor Tudor, reduce dal pareggio per 1-1 contro l’Hellas Verona. Secondo il giornalista, la frenata dei bianconeri ha due cause ben precise: uno “stress post-traumatico” legato alla Champions League e un vero e proprio “dilemma” a centrocampo.

Condò Juve: tra traumi europei e il caso Koopmeiners

Condò individua nella rocambolesca partita contro il Borussia Dortmund l’origine del calo bianconero. Quel 4-4, ricco di emozioni ma anche di tensioni, avrebbe lasciato scorie mentali importanti.

STRESS POST-TRAUMATICO – «La Juventus ha perso i primi punti in corrispondenza della Champions, colpita da stress post-traumatico: il 4-4 col Dortmund è stato il trauma, pagato solo in parte, il pari col Verona il suo effetto, e anche qui poteva andar peggio».

L’analisi si sposta poi su un problema specifico, un nodo che Tudor non è ancora riuscito a sciogliere. Si tratta della gestione e del rendimento di Teun Koopmeiners, il grande acquisto dell’estate 2024 che non riesce a ingranare.

IL DILEMMA KOOPMEINERS – «La Juve vive un dilemma a centrocampo, dove il tentativo di rilanciare Koopmeiners — scelta tecnica e forse anche industriale, il club non si rassegna ad archiviare come fallito il pesante investimento — si scontra con l’atteggiamento piatto dell’olandese. Titolare invisibile contro Inter e Dortmund, sabato Koop è entrato nella ripresa senza minimamente cambiare marcia, ed era il momento in cui la Juve, impoverita dal calo di energie di Thuram e Yildiz, ne aveva bisogno».

L’analisi di Condò è impietosa. L’olandese viene definito “piatto” e “invisibile”, incapace di dare la scossa anche quando chiamato in causa dalla panchina in un momento di necessità, con i big come Khéphren Thuram e Kenan Yildiz a corto di energie. Il giornalista sottolinea come il suo rilancio sia una scelta “tecnica e forse anche industriale”, legata al pesante investimento fatto la scorsa estate, un fattore che rende la sua involuzione un problema ancora più spinoso da gestire. La Juve, dunque, si trova a un bivio: continuare a insistere su un giocatore in palese difficoltà o trovare nuove soluzioni per un centrocampo che, al momento, sembra aver perso qualità e brillantezza.

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