Tudor difende i suoi: «La squadra è un organismo vivo»
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Tudor difende i suoi: «La squadra è un organismo vivo, che cambia forma e interpreti. Ma qui alla Juve dobbiamo vincere»

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Tudor, il tecnico bianconero risponde alle critiche: spiega le difficoltà nel trovare continuità ma ribadisce la mentalità del club e il lavoro sui singoli

Un organismo vivo, in continua evoluzione, influenzato da mille variabili. Ma anche una maglia pesante, quella della Juventus, che impone un’unica legge: vincere. Nella conferenza stampa di vigilia della delicata trasferta contro il ComoIgor Tudor ha offerto una profonda riflessione sull’identità della sua squadra, rispondendo alle critiche per la mancanza di continuità e spiegando le complessità del suo lavoro.

Tudor: la squadra è un organismo vivo

L’allenatore croato ha utilizzato una metafora efficace per descrivere le sfide quotidiane nel plasmare una squadra, specialmente in un club come quello bianconero, dove le aspettative sono sempre altissime. Ha sottolineato come una squadra non sia mai la stessa, ma cambi continuamente in base alla forma, agli interpreti, agli infortuni e all’avversario.

IDENTITÀ – «La squadra è un organismo vivo, diverso, che cambia in forma, interpreti, se ci sono problematiche, se qualcuno ti manca, se qualcuno non sta bene, se non gioca in quel sistema. Sono problematiche che ti fanno cambiare la tua squadra in modo positivo o negativo. Sono dettagli importanti, per questo la squadra non è mai la stessa, giocando da domenica a domenica, ma anche ogni 3 giorni, o se giochi con l’Atalanta, in Champions. Quando si fa un’analisi sono cose che raramente si prendono in considerazione.»

LA CONFERENZA STAMPA DI TUDOR ALLA VIGILIA DI COMO JUVE

Questa complessità, secondo Tudor, viene spesso ignorata nelle analisi esterne, che si fermano al risultato senza considerare il contesto. Tuttavia, il tecnico è perfettamente consapevole della realtà in cui lavora. Sa bene che alla Juventus conta solo una cosa.

LA LEGGE DELLA JUVE – «Tutti i discorsi qui finiscono con noi siamo la Juve e dobbiamo vincere, è giusto, quindi i discorsi che faccio io qui contano poco. A chi vuol capire, ha onestà intellettuale, capisce, se no ognuno fa analisi sue. Quando non vinci con la Juve passi dalla parte del torto per tanti, non per me stesso, io faccio analisi giusta, con il mio staff analizzo tutti giorni…»

Di fronte a questa pressione, Tudor rivendica la bontà del suo lavoro, focalizzato non solo sulla tattica, ma anche e soprattutto sul supporto ai singoli giocatori, anche a livello psicologico.

IL LAVORO SUI GIOCATORI – «…la mia essenza è aiutare i giocatori. Passo tutte le giornate pensando a come aiutare i miei giocatori, come farli rendere al meglio, anche dal punto psicologico, se han bisogno di una coccola. Questa è la mia vita, io penso a queste cose».

Le parole di Tudor sono un mix di realismo e orgoglio. Da un lato, l’accettazione della legge non scritta della Juve, dove il pareggio è quasi una sconfitta. Dall’altro, la difesa appassionata del suo metodo di lavoro, basato sull’analisi profonda e sul supporto costante ai suoi uomini. Un messaggio chiaro: le critiche esterne non lo scalfiscono, il suo unico obiettivo è far crescere la squadra e aiutarla a vincere.

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