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Tatuaggio Spalletti, Zazzaroni: «Ai maliziosi voglio spiegare questa cosa». La provocazione del giornalista

Tatuaggio Spalletti, Zazzaroni: «Ai maliziosi voglio spiegare questa cosa». La provocazione del giornalista ai naviganti del web
L’esonero di Igor Tudor ha ufficialmente aperto il casting per la panchina della Juventus, e il nome in cima alla lista dei desideri è quello di Luciano Spalletti. L’ipotesi di affidare la ricostruzione all’ex CT della Nazionale stuzzica la dirigenza, ma ha contemporaneamente scatenato un acceso dibattito sui social media. Il problema, sollevato da molti tifosi, non è tecnico, ma “epidemico”: il famoso stemma del Napoli, simbolo dello Scudetto vinto, che Spalletti porta tatuato sull’avambraccio.
Come può l’uomo che ha riportato il titolo al San Paolo, celebrandolo con un gesto d’amore indelebile, sedere sulla panchina della rivale storica?
Sulla questione, che infiamma le tifoserie, è intervenuto il Direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, con un commento tanto colto quanto tagliente, rivolto proprio a chi si ferma alla superficialità del tatuaggio. Zazzaroni ha utilizzato una citazione storica per derubricare la polemica, rivolgendosi ai critici del web.
«Cliff Raven, mito dei tatuatori morto da oltre 20 anni, l’aveva previsto: ‘Il tatuaggio perfetto – quello per la cui creazione tutti lottiamo – è quello che ha trasformato un asino in zebra’. Legenda per maliziosi e webeti: non sto dando dell’asino a Luciano, pensate ai vecchi simboli di Napoli e Juve».
Con questa metafora, Zazzaroni ha centrato il punto in modo sferzante. Senza mancare di rispetto a Spalletti (come precisa lui stesso), ha accostato i simboli storici dei due club – l’asino (il Ciuccio) per il Napoli e la zebra per la Juventus. Il messaggio è chiaro: il passaggio da un club all’altro, anche per chi porta sulla pelle il simbolo dei rivali, è semplicemente la “trasformazione perfetta” che il professionismo richiede, zittendo così i “maliziosi e webeti” che non sanno guardare oltre l’inchiostro.
