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Spalletti subito a difesa dei bianconeri: «Ho sentito dire in TV che alcuni giocatori non sono da Juve ma se riescono a dare il meglio insieme ci può essere una crescita. Bisogna che tutti facciano questa cosa»

Spalletti subito a difesa dei bianconeri: tutte le dichiarazioni del mister in conferenza stampa sull’importanza del gruppo
Quanto inciderà l’allenatore sulla nuova Juventus? Nella sua conferenza stampa di presentazione, Luciano Spalletti ha risposto a questa domanda cruciale con un vero e proprio manifesto. Nessun proclama da “salvatore della patria”, ma un richiamo forte e chiaro alla responsabilità dei giocatori. Per il nuovo tecnico, l’allenatore indica la via attraverso l’esempio quotidiano, ma la differenza, alla fine, la fa solo la qualità e la mentalità del gruppo nel suo insieme.
Spalletti: la mia forza è il lavoro, ma decidono i calciatori
Il tecnico di Certaldo ha spiegato che il suo impatto non si misura in percentuali, ma nell’esempio e nella dedizione totale alla causa, un metodo affinato in oltre 30 anni di carriera. Ha ribadito con forza un concetto chiave: la svolta deve partire dai calciatori.
QUANTO INCIDE L’ALLENATORE – «Non do nessuna percentuale, non so cosa riuscirò a incidere ma so il mio comportamento quando mi alzo e quando vado a letto. Attraverso questo comportamento i calciatori potranno entrare in una mentalità che può dar loro qualcosa. Sono più di 30 anni che faccio questo lavoro e sono stato non fortunato. Mi fido di quello che è stato il mio comportamento e la differenza la faranno sempre i calciatori, non c’è ombra di dubbio».
LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI SPALLETTI
Spalletti: il collettivo che supera il singolo
Spalletti ha poi affrontato di petto le critiche piovute sulla rosa, spesso etichettata come non all’altezza degli standard storici del club. Per il nuovo allenatore, le chiacchiere stanno a zero: il calcio è evoluzione e sintonia. La vera sfida non è giudicare il singolo, ma fare in modo che l’unione del gruppo crei un valore superiore alla somma dei singoli, trasformando giocatori “normali” in giocatori “da Juve”.
LA FORZA DEL GRUPPO – «Avere una complicità di fare le cose, un sistema, un metodo, fidarsi delle nostre capacità può essere qualcosa che ci porterà dei risultati. Non so se piccoli o grandi, è tutto un percorso che abbiamo davanti che può farci cambiare le cose. In campo vanno capite determinate situazioni, il calcio è un’evoluzione continua e se uno vuole leggerla la legge. Van capiti i momenti di gioco e le situazioni di gioco, bisogna che tutti siano in sintonia.»
L’OBIETTIVO – «Lì si fa la differenza, per una squadra che ha capacità superiori dalla somma di calciatori. Ho sentito dire in tv ‘Lui non è da Juve’, presi singolarmente: ma se questi riescono a dare il meglio di se stessi insieme può essere quella crescita che basta per essere da Juve. Si lavora su questo».
Il messaggio di Spalletti è dunque una chiamata alla responsabilità collettiva. Non importa il valore del singolo, importa la forza del “noi”. La sua missione, fin dal primo giorno, sarà quella di creare un gruppo coeso, capace di lavorare all’unisono per superare i propri limiti. La Juve riparte da qui: dal lavoro, dal metodo e dalla convinzione che solo l’unione possa trasformare una squadra in difficoltà in una squadra “da Juve”.
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