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Vlahovic tra luci e ombre, la sua prestazione in Cremonese Juve divide i quotidiani: voto e pagella dell’attaccante serbo

Vlahovic tra luci e ombre, prestazione a due facce: il serbo parte bene e aiuta la squadra, ma manca totalmente di cinismo e si perde sul più bello
Una sufficienza che sa di rimando, un sei che promuove l’impegno ma non il cinismo. La prima Juventus di Luciano Spalletti, vittoriosa 2-1 a Cremona, ripartiva da una coppia d’attacco inedita, formata da Dusan Vlahovic e Loïs Openda. Se il belga è stato bocciato come il peggiore in campo, la prova del serbo è stata più complessa da decifrare. Per La Gazzetta dello Sport, la sua è stata una prestazione di grande generosità, ma priva di quella cattiveria che ci si aspetta da un numero 9.
Vlahovic: la pagella della Gazzetta
Per l’attaccante bianconero, il voto finale è un 6, una sufficienza che lo salva dal disastro del compagno di reparto, ma che ne sottolinea i limiti attuali. Il giudizio del quotidiano evidenzia un avvio positivo, in cui Vlahovic ha cercato di interpretare le richieste del nuovo tecnico, lavorando per la squadra. Il problema, però, è arrivato al momento di concludere.
VLAHOVIC 6 – «L’avvio è promettente: è abile nel farsi cercare dai compagni per alzare il baricentro. Si perde nel cuore dell’area sul più bello».
Vlahovic: tanto fumo, poco arrosto
L’analisi della rosea è chiara: Vlahovic ha fatto esattamente quello che un allenatore come Spalletti chiede al suo centravanti. È stato «abile nel farsi cercare dai compagni», ha protetto palla e ha fatto salire la squadra, permettendo alla Juve di «alzare il baricentro». Una prestazione di sacrificio, in cui si è mosso su tutto il fronte offensivo, dialogando con Openda e gli esterni.
Il problema, però, è che il suo lavoro si è fermato lì. L’insufficienza mascherata dal 6 sta tutta nell’ultima frase: «Si perde nel cuore dell’area sul più bello». Mentre Kostic e Cambiaso, due esterni, trovavano il modo di segnare, Vlahovic è mancato proprio dove un bomber dovrebbe essere letale. Non ha trovato la zampata, non ha creato pericoli veri per Audero, finendo per perdersi nella morsa di Baschirotto e compagni proprio quando serviva il colpo del KO.
Una prestazione “alla Vlahovic” delle ultime settimane: tanto lavoro sporco, tanta generosità, ma pochissima lucidità in zona gol. Spalletti, che in conferenza stampa lo ha definito un giocatore dalle «intenzioni chiare» dopo la gara con l’Udinese, dovrà lavorare a fondo per ritrovare non solo il professionista, ma soprattutto il finalizzatore spietato che la Juve ha disperato bisogno di ritrovare. La sufficienza è un punto di partenza, ma da un numero 9 ci si aspetta ben altro.
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