Juve, Spalletti non fa filtrare nulla sulle formazioni
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Juve, Spalletti non fa filtrare nulla sulle formazioni: i due motivi alla base di questa scelta. Dietro c’è una strategia comunicativa

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Juve, Spalletti non fa filtrare nulla sulle formazioni: i due motivi alla base di questa scelta. Il tecnico tiene segrete le scelte fino all’ultimo

L’impatto di Luciano Spalletti sulla Juventus non si misura solo sul campo, ma si sta rivelando profondo anche nella gestione dello spogliatoio. In questo senso, non sorprende affatto un altro aspetto chiave del suo metodo, che segna una netta rottura con il passato recente e la dice lunga sulla sua filosofia di lavoro.

Si tratta della gestione del pre-partita. Nello specifico, la comunicazione della formazione di partenza. Se con la gestione precedente di Tudor i giocatori conoscevano l’undici titolare già il giorno prima della gara, Spalletti ha cambiato radicalmente approccio. Ora, la formazione viene comunicata solo a poche ore dal calcio d’inizio. Questa non è un’eccentricità, ma una strategia psicologica e tattica ben precisa. (Non a caso, è un metodo utilizzato anche da Cristian Chivu all’Inter, considerato da molti un vero e proprio “discepolo calcistico” di Luciano). Lo scrive Tuttosport.

Le ragioni sono due e sono fondamentali. La prima è interna: agevolare una tenuta mentale di alto livello da parte di tutti. Spalletti vuole che l’intera rosa, dal titolare indiscusso alla riserva, resti “sul pezzo”, concentrata e con le antenne dritte fino all’ultimo momento. Non è una mossa dettata dalla sfiducia verso chi resta inizialmente fuori; al contrario, è un modo per responsabilizzare ogni singolo elemento, tenendo alta la competizione e la soglia dell’attenzione fino alla riunione tecnica finale. La seconda ragione è esterna, più strategica: non dare vantaggi agli avversari, impedendo qualsiasi fuga di notizie o indiscrezione sull’assetto tattico.

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Il momento della verità diventa, quindi, l’ultima riunione prima del match. È solo in quella sede che il nuovo allenatore affronta la squadra, dando tutte le informazioni necessarie, comprese quelle relative all’utilizzo e alla gestione dei cambi. Il suo credo è che non c’è bisogno di parlare prima del tempo.

Ma questo approccio “collettivo” e rigoroso è bilanciato da un’incredibile apertura al dialogo individuale. In più, il tecnico ha voluto confrontarsi con ogni singolo uomo della rosa. Ha cercato colloqui privati per discutere non solo di sensazioni, ma anche di questioni prettamente tattiche. Spalletti ha ascoltato: si è nutrito del punto di vista di tutti, ha raccolto impressioni e ha persino accolto eventuali suggerimenti legati alla posizione in campo preferita da un giocatore. Ora, sta cercando di adeguarsi a queste richieste nella misura maggiore possibile, trovando il perfetto equilibrio tra la sua visione di calcio e le caratteristiche dei suoi interpreti.

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