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Juventus, il Corriere dello Sport: «Spalletti prigioniero, in testa ha un’altra Juve». Tutti i nodi di formazione e due problemi da risolvere

Juventus, il Corriere dello Sport titola così: «Spalletti prigioniero, in testa ha un’altra Juve». Ecco i nodi di formazione e i problemi da risolvere
La vittoria contro il Pafos in Champions League ha portato tre punti vitali, ma non ha cancellato i fischi dello Stadium né i dubbi che aleggiano sulla Continassa. Luciano Spalletti prosegue la sua navigazione, scegliendo la strada della prudenza piuttosto che quella della rivoluzione. Il tecnico toscano ha scelto di non stravolgere gli equilibri precari di una squadra che appare impaurita e tatticamente “prigioniera” del suo passato recente. Lo riferisce il Corriere dello Sport.
La trappola tattica: perché non si cambia (per ora)
Nonostante le pressioni mediatiche per un passaggio alla difesa a quattro o al 4-2-3-1, Spalletti è costretto all’istinto di conservazione. La rosa è stata costruita per il 3-4-2-1 e l’emergenza difensiva rende impossibile ogni esperimento. Con Gleison Bremer non ancora al top della condizione e l’operazione di Federico Gatti, l’allenatore si ritrova senza centrali di piede destro affidabili, costretto ad adattare Teun Koopmeiners nel cuore della retroguardia o a schierare Lloyd Kelly sul centro-destra.
Il cambio modulo, dunque, è congelato. A Bologna (domenica ore 20:45) si andrà avanti con il vecchio assetto per proteggere una squadra che ha perso certezze.
Organico incompleto e l’assenza del leader
La Juventus – secondo il quotidiano romano – paga le cessioni estive di elementi funzionali come Savona, Weah e Nico Gonzalez, rimpiazzati in modo non adeguato. A peggiorare il quadro c’è l’infortunio di Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo), unico vero leader emotivo e terminale offensivo, ha lasciato una voragine che i vari David e Openda (o Yildiz falso 9) faticano a colmare senza il suo lavoro di sponda.
Comolli gela i sogni: mercato chiuso a gennaio?
Le aspettative dei tifosi, abituati a vincere, si scontrano con la realtà di un piano industriale votato al risparmio. Damien Comolli, l’Amministratore Delegato, è stato chiaro: a gennaio non sono previsti interventi. Nonostante le evidenti lacune (manca un play basso, mancano alternative sugli esterni), la Juventus difficilmente tornerà sul mercato. Spalletti dovrà fare di necessità virtù, con l’obiettivo realistico di blindare il quarto posto, più che sognare uno Scudetto che oggi appare utopia.
