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David e quei retroscena di Tuttosport sui primi mesi alla Juventus: spifferi di spogliatoio e la mossa importante di Spalletti. La ricostruzione

David, ecco i retroscena di Tuttosport sui primi mesi alla Juventus: l’accoglienza dello spogliatoio e la mossa importante di Spalletti. La ricostruzione
È arrivato a Torino con l’etichetta di “Iceman”, l’uomo di ghiaccio. Un soprannome nato nei rigidi inverni di Ottawa e cementato dalla freddezza sotto porta mostrata in Francia. Ma per Jonathan David, nei suoi primi mesi alla Juventus, quel gelo si era trasformato in un muro invisibile. L’attaccante canadese ha vissuto un avvio traumatico, schiacciato dal peso di un ingaggio da top player (6 milioni netti) e dalla scomoda etichetta di “erede designato” di Vlahovic, fattori che hanno generato una naturale diffidenza all’interno dello spogliatoio bianconero. Lo riporta Tuttosport.
Il caso: timidezza e barriere linguistiche
Il problema non è stato solo tecnico, ma umano. Complice la barriera linguistica e un carattere estremamente introverso, David ha faticato a creare alchimia con il gruppo storico dei senatori. Mentre le prestazioni in campo erano ondivaghe, fuori dal rettangolo verde l’ex Lille tendeva a isolarsi, rimanendo talvolta ai margini anche delle occasioni conviviali come le cene di squadra. Una situazione pericolosa per un attaccante che vive di fiducia e connessione con i compagni.
La cura Spalletti: bastone e carota
A sbloccare la situazione è intervenuto Luciano Spalletti. Il tecnico toscano ha adottato una strategia su due fronti. Da un lato il “bastone”, con messaggi pubblici chiari in conferenza stampa: la maglia della Juve non è un diritto acquisito, ma va meritata correndo a 200 all’ora. Dall’altro la “carota”: un lavoro silenzioso per coinvolgere il ragazzo nelle dinamiche di gruppo e farlo sentire accettato.
La svolta col Pafos: Vlahović fuori fino a marzo
I frutti di questo lavoro si sono visti nella notte di Champions contro il Pafos. Il gol del 2-0 è stato una liberazione, l’analgesico perfetto per curare le crisi di autostima, culminato in un abbraccio paterno con l’allenatore a fine gara.
Con Dusan Vlahovic costretto ai box fino ai primi di marzo, la Juve ha disperato bisogno di un David ritrovato. La corazza si è crepata: ora sta a “Iceman” dimostrare di avere il fuoco dentro per guidare l’attacco bianconero.
