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Parole Elkann, Ravezzani si pone una domanda: «Perché ha sentito il bisogno di una comunicazione tanto roboante sulla Juve? Forse…» – FOTO

Parole Elkann, Fabio Ravezzani si è espresso così dopo le dichiarazioni sulla Juventus di John rilasciate oggi. Cosa ha detto
Le recenti, perentorie smentite di Exor riguardo a una possibile cessione della Juventus (con il rifiuto dell’offerta di Tether) continuano a far discutere l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori. Se da un lato le parole della proprietà hanno rassicurato una parte della tifoseria, dall’altro hanno sollevato interrogativi sulle motivazioni di una presa di posizione così netta e pubblica, inusuale per lo stile sabaudo della famiglia.
A porsi questa domanda è stato Fabio Ravezzani. Il noto giornalista e direttore di TeleLombardia ha affidato al suo profilo X una riflessione pungente che va oltre la semplice cronaca finanziaria.
“Never explain, never complain”: la rottura della tradizione
Ravezzani ha messo l’accento sul cambio di paradigma comunicativo di John Elkann. L’Amministratore Delegato di Exor ha sempre mantenuto un profilo basso, quasi istituzionale, in linea con quella che il giornalista definisce una regola aurea simile a quella della Monarchia Britannica: “Never explain, never complain” (mai dare spiegazioni, mai lamentarsi).
“La domanda diventa: perché Elkann ha sentito il bisogno di una comunicazione tanto roboante sulla Juve?“, si chiede Ravezzani nel suo tweet. Secondo il direttore, questa uscita pubblica rappresenta un’anomalia storica. Se questa volta si è scelto di alzare la voce, significa che qualcosa è cambiato nella percezione del momento.
Il doppio fronte: Juve e Ferrari in affanno
L’analisi di Ravezzani si chiude con una possibile risposta al suo stesso quesito, individuando la causa di questo nervosismo in una congiuntura sportiva particolarmente delicata. “Forse John sente il peso del momento così negativo di Juve e Ferrari“, conclude il giornalista.
Il riferimento è chiaro: Elkann si trova a gestire non solo la complessa fase di ricostruzione della Juventus (affidata a Comolli e Spalletti per risanare i conti e tornare a vincere), ma anche le difficoltà della Scuderia Ferrari in Formula 1. La pressione mediatica su entrambi i fronti dell’impero sportivo degli Agnelli è ai massimi livelli. Rompere il silenzio, dunque, potrebbe non essere stato un atto di forza, ma una necessità difensiva per proteggere due brand storici che stanno attraversando un periodo di tempesta mediatica e sportiva.
